VIGHINI | Ecco perché per me Zanetti ha fatto un capolavoro (e la tattica c'entra poco)

Ho letto con grande interesse e curiosità sia le riflessioni di Francesco Barana sul suo blog (LEGGI QUI), sia quelle di Gigi Purgato (LEGGI QUI) che abbiamo pubblicato sulla home page di Tggialloblu in merito all'evoluzione tattica che ha avuto Zanetti. Riflessioni che mi sento di condividere ma non totalmente. E vi spiego perché. Sia Francesco, sia Gigi giustamente dal loro punto di vista, annotano il risultato finale di questa evoluzione. Come se Zanetti si fosse improvvisamente svegliato una mattina e avesse preso atto di quello che non andava in precedenza, quando, sbagliava tutto o quasi.
Non è andata così a mio avviso. Ho seguito dall'inizio dell'estate ad oggi il cammino di Zanetti, conosco ogni piccolo dettaglio, mi sono confrontato con lui e con Sogliano, so perfettamente che la questione tattica è stata secondaria in questa storia ed è questo il motivo per cui Zanetti non è stato esonerato.
Andiamo con ordine. Primo aspetto da considerare: Zanetti è l'ennesimo allenatore del Verona in questi ultimi anni. Contateli: Juric, Di Francesco, Tudor, Cioffi, Bocchetti/Zaffaroni, Baroni. Settimo allenatore in pochi anni. Vuol dire che il Verona non ha avuto una stabilità dal punto di vista tecnico e in questi sette allenatori sono cambiate filosofie, metodologie, sistemi di approccio conoscenza della squadra. Trovare immediatamente un feeling, un rapporto, è cosa difficilissima. Secondo aspetto: la rosa del Verona è per definizione una specie di stazione della metropolitana. Ogni anno vengono ceduti i migliori giocatori, le certezze, altri ne arrivano, spesso sono scommesse. Zanetti, come prima di lui Baroni, si è trovato ad allenare quindi una rosa non conosciuta e che è cambiata molto. La sua prima mossa, logica e consequenziale, è stata appoggiarsi al vecchio gruppo, a quei senatori che ovviamente rappresentano lo spogliatoio. Qui il primo grande problema: perché questo vecchio gruppo è apparso fin dall'inizio stanco, logoro, poco motivato, poco collegato. Ognuno con le proprie motivazioni, non mettiamo la croce addosso a nessuno, ma questa è la realtà.
Non è quindi una questione di tattica, ma di quel sacro fuoco che è indispensabile al Verona per arrivare alla salvezza. Aggiungiamo che “l'altro spogliatoio” semplicemente non esisteva. I giocatori nuovi, catapultati in una realtà diversa, con sensibilità completamente diverse, con lingue completamente diverse, erano solo un'accolita di giocatori che spesso nemmeno parlavano tra di loro. Ma non nello spogliatoio, perfino in campo. Zanetti è andato perciò di tentativi. Ha cercato di risollevare l'orgoglio e nel frattempo provava moduli, uomini, posizioni. Proprio come Baroni nella prima parte dello scorso campionato. In questa fase delicatissima, alla ricerca dell'equilibrio migliore, gli sono mancati causa infortunio gli uomini più forti. Serdar, Duda, Harroui. Ostacoli continui che hanno impedito una facile soluzione. Nonostante questo, nonostante “up and down” apparentemente inspiegabili (ma spiegabili con le motivazioni di cui sopra), il Verona ha vinto un sacco di partite. E questo proprio grazie alla “lucida follia” di Zanetti, che talvolta ha forzato le partite per portare a casa i tre punti, come con la Roma quando ha inserito Livramento e non un difensore, mossa che si è poi rivelata decisiva. Altre volte è andata male. Come con il Monza o con l'Empoli, quando forse una tattica più conservativa poteva sortire un effetto diverso. Dopo l'Empoli, Zanetti poteva essere esonerato. Sogliano invece lo ha salvato, proprio perché non lo ha ritenuto il principale responsabile della situazione che si era creata.
Ed eccoci quindi a oggi. Sogliano ha parlato alla squadra, ai vecchi, ha riannodato i fili con l'allenatore, c'è stato un chiarimento. La squadra ha riattaccato la spina, Zanetti trovando grande disponibilità finalmente, ha dapprima semplificato i concetti e introdotto quelle modifiche tattiche di cui parla con la solita sapiente lucidità di analisi Purgato. Atalanta a parte (gara che arriva alla fine del mercato…), il Verona non ha più sbagliato una prestazione. Ed anche i nuovi ora hanno iniziato a far parte dello spogliatoio: Sarr, Mosquera, oltre a Duda e Suslov finalmente in forma (Suslov ha avuto anche un giusto adeguamento contrattuale…). La vittoria di Udine ci avvicina alla salvezza, ma solo se non si perderà questa umiltà di fondo.
Considerazione finale. Per tutto ciò che ho raccontato, Zanetti ha costruito a mio avviso un miracolo. Lavorare in queste condizioni, resistere, mediare, cambiare e trovare finalmente il bandolo della matassa non è da tutti. Zanetti lo ha fatto con una straordinaria applicazione, una resilienza incredibile e ancora una volta grazie al supporto di un ds che si conferma l'unico grande fuoriclasse di questa società. Va da sé che a fine campionato, dovesse andare come deve andare, buttare via tutta questa sofferenza, tutto questo cammino, sarebbe una follia. Ma questo è per ora un altro capitolo. Prima c'è il Parma del miliardario Krause da battere.