Hellas Verona di Giovanni Vitacchio , 23/11/2024 19:54

Il pagellone di Verona-Inter: tutto sbagliato, tutto da rifare

Il pagellone di Giovanni Vitacchio per TgGialloblu
Il pagellone di Giovanni Vitacchio per TgGialloblu

MONTIPO’ 4 Passano pochi minuti e fa capire anche lui di non essere in giornata. Non esce mai, nemmeno quando è comoda comoda. Mai un gesto di sicurezza verso i compagni. Se anche oggi il Verona ne ha presi cinque, cominci anche lui a domandarsi perché.

DANILIUC 4 Paradossalmente parte benino. Va anche vicino al gol con un bel colpo di testa, da calcio d’angolo. Poi anche per lui si spegne la luce e contribuisce al naufragio gialloblù. Sbaglia spesso posizione, vedi uno dei gol di Thuram, tenuto in gioco proprio dal 4 del Verona.

MAGNANI 4 Capitano, vista la panchina di Lazovic, non riesce a diventare leader e a prendere per mano difesa e squadra. L’Inter fa quello che vuole e non ha i mezzi per impedire il disastro. Quando le cose vanno male, almeno un po’ di orgoglio non sarebbe male da tirare fuori, magari anche qualche entrata di un certo tipo sugli avversari, non per fare male, sia chiaro. Manco quello.

DAWIDOWICZ 3 Un carosello di errori e orrori che non sono accettabili per la categoria. Ha dato tanto a questi colori, ma se il livello ormai è questo, avanti il prossimo.

GHILARDI 6 (dal 1° s.t.) Vero, entra a partita finita, ma in campo ci sta, meglio sicuramente di Dawidowicz. Per carità, oggi ci voleva davvero poco, forse bastava un cartonato a grandezza naturale.

TCHATCHOUA 5 Insieme a Tengstedt è almeno uno di quelli che non si arrende. Quando ha il pallone prova ad andare via e nei minuti iniziali gli riesce particolarmente bene. Poi, con l’Inter che dilaga, anche lui si ammoscia, ma ogni tanto ritrova il vigore e si ricorda di avere un V6 al posto delle gambe. La corsa c’è, i piedi insomma.

SERDAR 4 Dopo i segnali fatti vedere a Firenze, con un gol da lustrarsi gli occhi, sprofonda nell’anonimato, soverchiato dal centrocampo nerazzurro. Mai in partita, mai un’idea degna di questo nome. Fisicamente paga dazio e di certo non trova sponda in Belahyane, anche lui da mani nei capelli.

BELAHYANE 4 Il franco-marocchino sembra essere un po’ perso. Dopo averci fatto innamorare, sta deludendo. L’espulsione di Lecce ha lasciato il segno, perché da allora non è più tornato al suo livello. Non so se c’entrino le tante voci di mercato. E’ giovane, va tutelato, ma anche lui deve pensare solo al campo, perché giocando così di sicuro di mercato ne avrà poco.

BRADARIC 3 Ha una cosa discreta, la corsa. Ma non è capace di usarla perché va sistematicamente a sbattere contro il nerazzurro di turno che gli passa davanti. Difensivamente è incommentabile.

DANI SILVA 5 (dal 1° s.t.) Era un missione impossibile anche per Tom Cruise, figuriamoci per lui.

HARROUI 3 Forse nemmeno lui sa perché è in campo, perché a guardarlo sembra che sia stato preso per la strada e buttato dentro per arrivare a undici uomini. Mah.

LAZOVIC 5 (dal 1° s.t.) Un tiro in porta in 45 minuti. Pochino.

TENGSTEDT 5 Nel disastro più totale, è il meno peggio. E’ sfortunato, sullo 0-0, a stampare un bel destro sul palo. Ha poi un’altra buona occasione, a punteggio ampiamente compromesso, ma non la gestisce bene. Solo contro tutti, praticamente. Non basta, purtroppo.

SUSLOV 5 (dal 25° s.t.) Non pervenuto.

MOSQUERA 3 Non prende un pallone che sia uno, non aiuta la squadra, isola Tengstedt, va a due all’ora e non è nemmeno in grado di fare un minimo di pressing. Inoltre, è lui a perdersi De Vrij nell’azione che porterà al vantaggio dell’Inter. Per favore, pietà.

SARR 5 (dal 1° s.t.) Vedi Dani Silva.

ALL. ZANETTI 4 E’ assurdo, arrivati a questo punto del campionato, che si vada ancora avanti sperimentando. Si fa finta di non vedere il gigantesco elefante nel salotto. E’ palese che i difensori abbiano evidenti problemi tecnici e quindi perché continuare a cambiare modulo proprio là dietro. Perché tornare a tre dopo i disastri già visti in epoca recente? Basta, si scelga e si vada avanti in un modo, succeda quel che succeda. Poi, al di là dell’imbarcata, quello che preoccupa è stata la totale mancanza di reazione della squadra, senza leader, senza idee.