Hellas Verona di Gianluca Vighini , 06/02/2025 9:39

DOPO LE PAROLE DI SETTI | Adesso abbiamo capito: non era ancora il Verona della Presidio

Maurizio Setti
Maurizio Setti

Non sottovalutate mai le debolezze umane: a volte ci dimentichiamo che siamo uomini e che certe azioni sono legate al nostro ego più profondo, anche alle nostre debolezze. L'intervista di Setti a lalazio.com va letta in questo senso. Setti, affarista, pokerista, uomo d'affari, è pur sempre un uomo. E il calcio, il Verona, questo ambiente sono la sua debolezza, potremmo definirla “droga”, un ambiente che provoca scariche adrenaliche, ma anche grande notorietà, un senso di potenza universale. Rinunciare a tutto questo non è facile. Tanto che Setti, proprio per non rinunciarci, si è ritagliato un piccolo spazio dentro la nuova società. Senior advisor, un consigliere, un consulente. Per uno che fino a quindici giorni fa era il plenipotenziario, un de-mansionamento feroce. Infatti, negli ultimi quindici giorni, diciamo dal 15 gennaio alla fine del mercato, Setti non se l'è più filato nessuno. Come se non ci fosse stato. In quell'intervista improvvida a lalazio.com è come se Setti avesse voluto riprendersi la scena. “Sappiate che qui continuo a fare tutto io…”. Questa caduta ha provocato uno sconquasso nella logica di ogni tifoso. Ma come? Perchè c'è ancora Setti? E la Presidio che ancora non ha avuto la decenza di presentarsi? Cosa sta succedendo? A che farsa stiamo assistendo?

In realtà, forse, le cose sono più semplici di quello che appaiono. Ed è proprio l'evidenza dei fatti che ci suggerisce che dal 15 gennaio, giorno appunto della cessione, al 3 febbraio, giorno della chiusura del mercato, il Verona non era in realtà quello della Presidio, ma ancora quello di Setti. A deviarci la mente è stata quella firma sul contratto, ma sicuramente subordinata al fatto che sarebbe stato Setti a togliere, si spera per l'ultima volta, le castagne dal fuoco da un bilancio ancora “problematico”.

Ecco allora che “l'ultimo” regalo a Lotito, va letto in questo senso. Setti si è preso in carico nel rapporto contrattuale, e probabilmente per alzare la quotazione della società, di questo peso. Ma aveva al contempo l'esigenza di cedere velocemente, essendo ormai incapace di sostenere finanziariamente la società col rischio che gli restasse in mano in maniera devastante il classico cerino. Gli americani ci hanno messo una pezza, avrebbero forse fatto meglio per la trasparenza ad acquistare l'Hellas il 4 febbraio, il giorno dopo la fine del mercato. A dire che le cose stanno così due indizi: il primo è che la Presidio Investors parlerà probabilmente la prossima settimana. Appunto a mercato finito e ad opera settiana conclusa. E poi l'altro l'avremo a giugno quando operativamente partirà il lavoro della nuova società. In quel momento vedremo chiaramente se ci sarà uno scostamento dal “modello Setti”. Resta poi l'enorme disastro comunicativo di questi giorni. Una quisiquillia a mio avviso rispetto alla battaglia campale che ci aspetta per salvarci. E sul cui esito, adesso sappiamo, il responsabile sarà ancora una volta Maurizio Setti. Nel bene e nel male. Ovviamente si spera nel bene come nelle ultime fortunate stagioni.