Hellas Verona di Stefano Rasulo , 27/10/2025 17:56

TOP E FLOP | Caprile da fantascienza, Vieira verso il baratro

Vieira, foto ansa it
Vieira, foto ansa it

La Juve mette alla porta un confuso Tudor, McTominay è ancora l’oro di Napoli, la Roma scopre in Dybala il suo nuovo numero nove. Caprile fa le fortune di Pisacane, Baroni quelle di Cairo, rilanciando un Toro che esce dall’angolo dando continuità a prestazioni e risultati. Il Verona non vince ma mette in mostra il talento puro di Giovane. Juric zittisce Carnesecchi in una settimana piena di polemiche. Il nostro meglio e peggio della giornata.

 

TOP

 

MCTOMINAY. Un gol da fuoriclasse e la conferma che l’uomo decisivo del Napoli è ancora e sempre lui. Segna un gol da favola in un match che valeva doppio (perchè con l’Inter era una sfida scudetto e perché arrivava dopo una scoppola epica come quella di Eindhoven), mettendo la firma sul rilancio dei campioni d’Italia, agevolati moltissimo però dall’errore clamoroso nel rigore (dato dall’assistente…) che ha spaccato la partita.

 

DYBALA. Risolve il problema del centravanti a Gasperini, che non segnava così poco dall’ultimo anno al Genoa (2015/16, a Bergamo a questo punto del campionato ha sempre segnato da un minimo di 10 a un massimo di 18 gol) e che in Europa continua ad avere grossi problemi nelle partite in casa. Aspettando il mercato di gennaio (più che Ferguson o Dovbyk) Roma che riaggancia la testa alla classifica (alla giornata 8) dopo dodici anni.

 

BARONI. E’ stato bravo a tenere duro nel momento più difficile, anche rivedendo qualcosa nelle scelte, passando indenne lo snodo cruciale dell’Olimpico, quel 3-3 con rimpianti contro la Lazio; adesso gli sta girando tutto bene. Da seguito all’impresa contro il Napoli acciuffando la vittoria in rimonta al 90’ contro il Genoa con la zampata sottoporta di Maripan e poi con Paleari che fa due super interventi nel recupero. Però non era facile.

 

CAPRILE. Il portiere che para è il vero valore aggiunto nella lotta alla salvezza. Caprile ha tenuto i galla i suoi nel momento più difficile con almeno tre interventi decisivi, irreale (e anche fortunato) quello a mano aperta di puro istinto a negare il gol a Giovane. E quando il portiere para e resti in partita, può accadere qualsiasi cosa se gli episodi ti vanno bene, come riprendere un 2-0 e trasformarlo in un 2-2 con soli due tiri in porta.  

 

GIOVANE. Non solo perché è il primo in campionato per tiri calciati nello specchio della porta (13, il secondo è Orsolini con 11). Non solo perché è il terzo nelle conclusioni complessive (25, e i primi due sono Kean e il compagno di squadra Orban con 26); che comunque non sono proprio due cose usuali per il Verona. Soprattutto perché ha colpi, tecnica, visione di gioco, e tanto entusiasmo. Qualità che ne fanno un leader a soli 21 anni.

 

FLOP

 

TUDOR. La confusione dell’Olimpico, il continuo cambio di moduli e giocatori senza mezza idea di gioco e un periodo di involuzione pesante, cinque pareggi e due sconfitte nelle ultime sette partite, gli è costata la panchina. Forse non è tutta colpa sua, ma a Verona, quando le cose andavano ancora bene e la situazione era ampiamente recuperabile, si erano viste le prime crepe, con quel tentativo goffo di nascondere i problemi dietro presunti torti arbitrali. Avrà tempo di riflettere.

 

VIEIRA. Da recordman a rischio esonero: è la parabola di Vieira sulla panchina del Genoa. Solo pochi mesi fa ha chiuso il campionato con una media punti record, 1.54, superiore anche al periodo di Gasperini. Adesso con tre punti in otto partite (frutto di tre pareggi e cinque sconfitte) è il favorito dei bookmakers per la seconda panchina saltata in serie A. Una campagna con troppe scommesse, finora bocciate, e la mancanza di gol i principali problemi da risolvere entro e non oltre i due scontri diretti con Cremonese e Sassuolo.

 

CARNESECCHI. Becca quello meno indicato per i messaggi a distanza (“...con questi ritmi non si va da nessuna parte aveva detto dopo il deludente 1-1 con la Cremonese”), invito a cui Juric ha risposto con un esplicito: “pensi a parare”. Tutto normale, pensando al periodo di fisiologica insofferenza per una squadra che produce gioco e occasioni, ma non gol e risultati, e che nell’ultima è riuscita anche nell’impresa di far segnare Vardy. Caso rientrato. E ruoli chiariti…

 

CHAM. Spiace, e non è un problema di impegno, o di attaccamento, in quello solo applausi, ma è l’esempio che non si possono sempre fare le nozze coi fichi secchi. O meglio si possono anche fare, ma non è che poi le maturazioni di ragazzi presi da ogni dove (in questo caso dalla serie D) siano indolori. Se punti sui giovani, specie sui giovani che costano poco, gli devi dare il tempo di crescere e di sbagliare. E sono cose che nei giudizi vanno tenute in considerazione.

 

DI FRANCESCO. Per andare contro al non c’è due senza tre, ricordando come sono finite le avventure a Frosinone e a Venezia, deve quanto meno evitare i gol in contropiede in trasferta. Come è successo a Udine con Buksa.