VIGHINI | Prepariamoci alla grande battaglia finale

Non c’è dubbio: giocando così, come ha fatto con la Juventus, il Verona si salverà. Giocando così, appunto. Questa è la base indispensabile per arrivare ad ottenere il terzo miracolo di fila (perché di miracolo dovremo parlare anche in questo caso, vista l’inerzia sul mercato della nuova proprietà e la pochezza della vecchia…).
Poiché tutto è relativo, quando dico giocando così, mi riferisco al fatto che a Torino il Verona ha giocato con la Juventus in formato “finale di champions). Una squadra che sta viaggiando molto meglio di tutte le altre grandi, tanto da aver ridotto lo svantaggio dalla prima addirittura di sei punti. E quando tu trovi una grande, che spende almeno dieci volte di più rispetto a te, che è al massimo delle proprie motivazioni, uscirne indenni è praticamente impossibile.
Rendere la vita dura, durissima alla Juventus era la missione del Verona. Missione perfettamente riuscita. La Juventus ha penato, ha sudato, ha tremato addirittura davanti alla prodezza di Suslov, annullata dal Var per il fuorigioco di Faraoni. Chiedere di più era impossibile. Senza Serdar e Tengstedt, che sono la qualità di questa squadra, il Verona ha ancora dei limiti pesanti quando si tratta di dover “far male” a certi avversari. Lo abbiamo visto con il Milan (quella sconfitta, personalmente mi brucia molto più di questa…) e lo abbiamo rivisto con la Juve.
Ma c’è un dato che non va sottovalutato. E’ come se in questo ciclo terribile, affrontato senza gli uomini migliori, il Verona si stesse preparando alla grande battaglia finale. Un Verona che sicuramente uscirà rafforzato da tutte queste difficoltà. Zanetti ha ritrovato intanto la vecchia guardia. Mi chiedo e vi chiedo a questo proposito: se Montipò fosse sempre stato quello di Torino, quante partite in meno avrebbe perso il Verona? E se Zanetti avesse avuto il miglior Faraoni non sarebbe stato tutto più semplice? Faraoni a livello calcistico non si discute. Stesse bene, non avesse mille problemi fisici, frutto di un logorio di anni di battaglie, giocherebbe sempre. Anche con la Juve è uscito per un problema muscolare, questo è il nodo. E poi ci sono i nuovi che si stanno inserendo. Il “polipo” Niasse a centrocampo, ad esempio, non va valutato per l’estetica, ma per l’efficacia. Contate quanti palloni riesce a “sporcare”, quanto le sue randellate servano anche a “sgravare” Duda dal lavoro sporco. Niasse ce lo ritroveremo nella battaglia finale, così come ci ritroveremo Bernede che ci ha fatto intravvedere lampi di classe pura. Serve ancora un po’ di pazienza, ancora qualche punticino da grattare nelle prossime due durissime partite con Bologna e Udinese. E poi il volatone. In cui vincerà, come al solito, chi avrà la forza di fare l’ultima decisiva pedalata.