BARANA | La nuova proprietà? Situazione sfuggente, ignota, impalpabile (per ora)

Adda passà ‘a nuttata. Davvero ci viene in soccorso l’arte eterna di Eduardo De Filippo per raccontare i “dolori” del Verona di oggi. Il vecchio Hellas è preso in mezzo tra le incognite della nuova proprietà americana; uno spogliatoio che fino al 3 febbraio, fine del calciomercato (e anche oltre se non si rinnovano o cedono i calciatori in scadenza), rischia di essere scambiato per un porto di mare; e un allenatore – Paolo Zanetti – volonteroso, professionale, di indubbia dirittura morale, ma che non riesce a dare quel valore aggiunto a una squadra che varrebbe di più, e comunque troppo piccolo per dinamiche (finanziarie) che si muovono sopra la sua testa.
In questo momento sopravviviamo, la situazione è sfuggente, impalpabile. In questa condizione precaria di temporaneità, il pareggio di Venezia è oro (chi scrive avrebbe firmato per qualche pareggio in più in questo campionato, quando devi salvarti la mentalità da “punticino” alla resa dei conti premia). Teniamo botta, come si suol dire, in attesa che qualcosa cambi dall’alto, quindi da Austin (leggi investimenti sulla squadra), ma più verosimilmente aggrappati alla speranza del solito “miracolo” di Sean Sogliano, prosaicamente un “Sant’Antonio” del calcio.
Già, perché se è vero che per il momento il club rimane ancorato al “modello Setti” (lacrime, sudore, sangue e che Dio ce la mandi buona) possiamo solo grattare i muri, in apnea, cercando di non sprofondare. Devòti al fatalismo.
Setti è rimasto come Senior Advisor of Football Operations, definizione pomposa che vuol dir tutto e niente (accidenti agli inglesismi!). Ed è questo il punto dirimente e critico: al momento, parlando di Presidio Investors, siamo dinanzi all’ignoto. Aspettando qualcosa di più di un freddo comunicato stampa con dichiarazioni di prammatica.