VIGHINI | Segnale brutto, ma per fortuna nulla è compromesso
Aspettavamo la gara di Lecce per sapere se la disfatta di Bergamo era solo un episodio avverso avvenuto contro una squadra fortissima. Dalla Puglia non sono arrivate le risposte che ci aspettavamo. Il Verona è attualmente un malato, non ancora grave, ma la crisi preoccupa soprattutto perché investe l’aspetto morale e psicologico.
La squadra di Zanetti attraversa una fase involutiva, attanagliata dalla paura di sbagliare, senza animo leggero. Tutti in questo momento sembrano controfigure dei giocatori che abbiamo conosciuto o pensavamo di conoscere. Da Serdar a Duda, Da Suslov a Lazovic, da Tchatchoua a Tengstedt. Troppo brutto per essere vero, insomma.
La verità sta nel mezzo, come sempre. Probabilmente c’è stato in molti una sopravvalutazione della squadra, delle doti dei singoli, del calciomercato. L’illusione di un campionato più tranquillo ha creato aspettative esagerate, che ora appaiono tradite. Se analizziamo la realtà con lucidità e un minimo di freddezza, capiremo che lavorare su mille scommesse ogni anno, un crogiuolo di giocatori che arrivano da campionati diversi, abitudini diverse, lingue diverse e trovare subito la quadra in situazioni simili non è facile.
Zanetti certamente deve ritrovare una strada, una via. Oltre ad un grande lavoro sul campo, bisogna lavorare sulla testa dei giocatori, sul loro umore, sulla loro disponibilità. Ma le certezze arrivano proprio dalla proposta del tecnico, dal modo in cui questa proposta viene messa in pratica dallo staff tecnico, dall’intensità degli allenamenti.
Vedendo lavorare Zanetti durante l’estate, mi è apparso un allenatore, bravo, preparato, efficace. Vedevo una linea, un progetto tattico, entusiasmo che andava a braccetto con rigore e professionalità. Ho visto tante cose buone in molte partite, ma anche tanti troppi errori che si sono ripetuti. Questi errori hanno minato il lavoro di Zanetti e minato la tranquillità e la serenità della squadra. Gare pazzesche da raccontare come quella di Como, come quella con il Torino, quella con il Monza, hanno lasciato strascichi nelle fondamenta della squadra che evidentemente non erano ancora così solide.
Ora il momento è brutto, non terribile e per fortuna non drammatico nè tantomeno compromesso. Ma il livello di allarme dopo Lecce, seconda sconfitta contro una diretta concorrente, è acceso. Quando accade una cosa del genere, o si affonda o si riemerge più forti di prima. Ora appare tutto nero, credo che fidarsi di Sogliano che ha salvato il Verona con le sue scelte anche controcorrente nelle ultime due stagioni, sia la miglior via per continuare ad avere fiducia in questa squadra.