Hellas Verona di Gianluca Vighini , 27/10/2024 9:58

VIGHINI | Bentornati all'inferno. Ora bisogna fare scelte forti

Zanetti, foto hellasverona facebook
Zanetti, foto hellasverona facebook

Game, set, partita. L’Atalanta sembrava Sinner contro il Verona. Spazzati via, maltrattati, bistrattati. Non è la sconfitta a fare male, a preoccupare. E’ come è arrivata.

La Bergamasca calcio targata Gasperini ha portato a galla tutte le preoccupazioni, evidenziato tutti i problemi in una serata in cui purtroppo il Verona e il suo allenatore hanno sbagliato tutto. Il peggior avversario da incontrare a tre giorni dalla sfida con il Lecce, sfida decisiva, ma non un buon motivo per alzare bandiera bianca dopo una manciata di minuti, una resa così netta che non avevamo memoria.

Resettare è la parola d’ordine, lavare via dalla testa le sei reti. Ma la pessima partita di Bergamo, alza interrogativi a cui bisogna dare risposta pratica sul campo, pena un campionato che rischia di diventare così in discesa da farci precipitare.

C’è un problema difensivo ormai evidente. Legato ai singoli ma anche probabilmente ad un assetto troppo presuntuoso. Non è solo una questione della linea, si difende di squadra, ormai il calcio è questo. Siamo leggeri in mezzo, sulle fasce, non si fa filtro, ci bucano ovunque. I limiti tecnici e di personalità dei nostri centrali, fanno il resto.

Lookman e De Katelaere probabilmente sarebbero scappati a chiunque sabato sera, ma l’inconsistenza della squadra scaligera è oltre la soglia della tollerabilità. Perdere si può, con l’Atalanta in serata di grazia non è uno scandalo, perdere così però non è dignitoso.

Zanetti è un buon allenatore. Continuo a sostenerlo perché sono convinto che farà il bene del Verona. Sta soffrendo come un cane, forse questo attaccamento sta diventando anche un limite nel momento in cui deve trovare delle soluzioni. Deve assolutamente ritrovare una via, forse anche la lucidità e lo deve fare anche attraverso scelte nette, forti, decise. La coperta, mi rendo conto, non è abbondante, soprattutto dietro, però ora deve cercare dentro la rosa le persone più affidabili. Il Verona non può essere la chase longue di uno psicologo per soggetti affetti da crisi d’ansia. Se qualcuno non è all’altezza, non può giocare qui. Semplice.

La partita con il Lecce assume ora un’importanza fondamentale. Intanto non è “una partita da vincere a tutti i costi” ma è prima di tutto “una partita da non perdere a tutti i costi”. Una buona prestazione in Puglia, catalogherebbe la sconfitta di Bergamo a “episodio”, viceversa si aprirebbe una crisi pericolosa. Attendiamo con fiducia, perché questo Verona ci ha dato anche tanti segnali positivi fino ad oggi. Poi che sarebbe stata sofferenza anche quest’anno lo sapevamo. Non ci eravamo illusi. Bentornati all’inferno.