Il pagellone di Lecce Verona: Perilli incerto, controfigura Serdar. Bela perde la testa

PERILLI 5 E’ la più grande sorpresa della formazione scelta da mister Zanetti, per la grande gioia di tutti quelli che volevano Montipò in panchina. Regala il calcio d’angolo che porterebbe al vantaggio del Lecce, ma il Var annulla. Sul gol che decide la partita mi pare un po’ addormentato e in generale non pare mai sicuro, soprattutto nelle uscite. Siamo sicuri che fosse giusto cambiare???
DANILIUC 5 Solitamente centrale, si ritrova a destra in una difesa a quattro. Nel momento in cui il Verona sembra poter controllare trova il coraggio di spingere, ma sempre con poca precisione. Anche dietro pare andare in difficoltà ogni qualvolta i leccesi accelerano. E, se avete visto la partita, sapete bene che il verbo “accelerano” è un equiparabile alla moviola.
MAGNANI s.v. (dall’84°)
COPPOLA 6 In marcatura su Krstovic non gioca sicuramente la partita della vita, ma concede poco e niente all’attaccante, che prova soprattutto da fuori. Si vede, in ogni caso, che gioca cn un peso sul cuore, evidente strascico del disastro visto a Bergamo. Ma la presenza al suo fianco di Ghilardi, suo compagno anche in Nazionale, lo tranquillizza quel tanto che basta.
GHILARDI 6 Anche per lui non era affatto facile, dopo l’imbarcata di Bergamo. Reagisce però sufficientemente, senza strafare, ma badando a fare le cose più semplici possibili. Attento nel gioco aereo, coi piedi non è proprio la cosa più bella da vedere, ma tutto sommato ci sta.
TCHATCHOUA 5 Zanetti gli cambia fascia e lo sposta a sinistra. Parte bene, pimpante e con determinazione, soprattutto quando deve attaccare. Fa valere la sua forza fisica e si trova spesso in posizione comoda per crossare. Insomma, non male. Rovina tutto facendosi cacciare per fallo da ultimo uomo su Dorgu. Perché è proprio lui a perdersi il giocatore del Lecce che parte dalla propria metà campo, con un’autostrada spalancata.
DUDA 5 Ma davvero questo è il leader del quale ha bisogno il Verona? Sulla carta sì, ma poi lo vedi in campo e non capisci. Corricchia, porta avanti il pallone a due allora e lo tiene sempre un secondo di troppo in più tra i piedi. Ma quando le cose non gli girano, solitamente ci mette almeno il temperamento. A Lecce nemmeno quello ci fa vedere. Male anche nei calci piazzati e non è possibile accettarlo da uno con le sue qualità tecniche.
BELAHYANE 5 Sicuramente meglio rispetto a Bergamo, più dentro la partita, più propositivo e anche più tonico, fisicamente. Dimostra di stare bene soprattutto quando è costretto a rincorrere gli avversari in fase difensiva, arrivando sempre prima degli avversari. Rovina tutto con un cartellino rosso per proteste che è figlio dei suoi vent’anni. Gli si tappa la vena e lascia la squadra in nove, quando già le speranze erano di fatto nulle.
SERDAR 4.5 Gioca nei tre dietro la punta, in posizione centrale. Idealmente dovrebbe essere il rifinitore ma rimane solo un’idea e nulla più. E’ in evidente ritardo di condizione e questo gli rende dannatamente difficile trovare il ritmo partita e, soprattutto, la miglior posizione in campo. Inoltre, cerca sempre la giocata più difficile, quella risolutiva, quando dovrebbe solo ed esclusivamente semplificare le cose.
LAMBOURDE 5 (dal 64°) Non pervenuto.
SUSLOV 5 + Vale lo stesso discorso fatto per Duda. Nonostante sia ancora giovane, è un leader morale di questa squadra. O almeno dovrebbe esserlo. Eppure anche lui da un po’ di tempo a questa parte si sta nascondendo. Perché? Non sta bene fisicamente? Non ha la testa a Verona? Si chiarisca le idee, perché il tempo è finito. Il suo solo merito della partita è l’unico tiro in porta dell’Hellas in 95 minuti. Comunque troppo poco.
DANI SILVA s.v. (dall’84°)
LAZOVIC 5 Un primo tempo non male, di buona sostanza e di idee chiare. Spinge tanto e si ritrova spesso col passo giusto per il cross in mezzo. Pecca un po’ in precisione, quando non sono gli avversari a chiuderlo con energia. Con l’espulsione di Tchatchoua è costretto a fare il terzino sinistro, e paga pegno perdendo sciaguratamente Dorgu nell’azione del vantaggio. Va bene la poca abitudine a quel ruolo, ma da uno con la sua esperienza non ti aspetti una svista del genere.
BRADARIC 5 (dal 64°) E’ entrato in campo?
TENGSTEDT 5 Per sua stessa ammissione gioca meglio quando ha una punta di riferimento con la quale dialogare. Zanetti, invece, preferisce schierarlo con due mezze punte a sostegno. E lui non è mai a suo agio. Si abbassa per andare incontro al pallone ma, inevitabilmente, si perde in area. Gioca pochi palloni, mai semplici e non riesce a lasciare il segno.
MOSQUERA 5.5 (dal 53°) Nessuna differenza rispetto a Tengstedt. Si fa notare solo per il 2-0 del Lecce salvato sulla linea di porta.
ALL. ZANETTI 5 Fa scelte importanti lasciando in panchina Montipò e Magnani e torna ancora una volta alla difesa a quattro. Il Verona non parte male, ma va al piccolo troppo, non sembra affamato, forse dominato dalla paura. Passano i minuti e le cose non migliorano. A complicare le cose l’espulsione di Tchatchoua. E però poi le sue scelte non convincono, con cambi poco logici, soprattutto Mosquera per Tengstedt, quando il Verona deve comunque provare di tutto per pareggiare. Non sta gestendo bene la situazione, pare poco lucido. Non vorrei che l’emotività della quale parlava Sogliano dopo Bergamo gli stia giocando contro.
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