TOP & FLOP | Gasperini, Palladino e Nicola tra i migliori allenatori, Lecce in caduta libera
Gasperini, Palladino e Nicola i tre allenatori top della settimana, Caprile “blinda” il primato del Napoli. Pinamonti salva Gilardino e rimanda il salto di qualità del nuovo Bologna di Italiano, da flop con Vanoli, Gotti e Zanetti che paga a caro prezzo gli errori della difesa. E ancora sotto accusa var e arbitri. Ecco il meglio e il peggio dell’ottava di campionato.
TOP
GASPERINI. Gliene hanno cambiati tanti, più del previsto; un po’ per offerte faraoniche (Koopmeiners), un po’ per gli infortuni (Scamacca), un po’ per mal di pancia inaspettati e improvvisi (Tourè). Ma la sua Atalanta è sempre una macchina da gol (e da punti). Il tempo di riassestarsi sui nuovi equilibri e alla giornata 8 è primo per gol fatti (18), ha il capocannoniere del campionato (Retegui, 8 gol – in media uno a partita) è in corsa sia in campionato che in Champions e in Estate con una squadra rimaneggiata e piena di giovani se l’è quasi giocata alla pari col Real Madrid nella Supercoppa Europea. Da anni uno dei migliori allenatori italiani.
PALLADINO. Dopo un inizio un po' complicato la sua Fiorentina comincia ad ingranare e a mettere in mostra i suoi pezzi pregiati: contro il Milan De Gea con i due rigori parati, a Lecce Colpani, autore di una tripletta in un 6-0 in trasferta che mancava in campionato da 58 anni. Gli infortuni di Kean e di Gudmundsson (appena rientrato) possono però rappresentare due nuovi ostacoli non indifferenti.
PINAMONTI. Salva il Genoa (e Gilardino) nel momento più difficile, rimontando il Bologna con una doppietta che mancava dal settembre scorso (due gol al Frosinone con la maglia del Sassuolo). Se vuole trascinarsi il Genoa sulle spalle deve ritrovare con continuità la via del gol.
CAPRILE. Cinque partite giocate tra campionato e coppa: quattro clean sheet e solo un gol subito (da Strefezza in Napoli-Como 3-1). Da quando c’è lui in campo il Napoli guarda tutti dall’alto. Che farà Conte quando rientrerà Meret?
NICOLA. Sette punti su nove (tre con Parma e Torino, uno in casa della Juve), dopo le tre sconfitte consecutive che lo avevano portato in ritiro e all’ultimatum di Giolini (scaduto alla sosta). Un filotto di risultati che ha riportato il Cagliari in carreggiata.
FLOP
VAR E ARBITRI. Servirebbe il falco del tennis, che in pochi secondi dice se la palla è dentro o fuori; senza discussioni. Nel calcio, invece, la troppa soggettività porta a interpretazioni spesso diverse per episodi simili. Tra “rigorini” (come quello di Empoli per il Napoli), cartellini rossi giusti e meno giusti dati e non dati (Reijnders, Romagnoli, Douglas Luiz), falli gravi e meno gravi e comportamenti più o meno imprudenti un’altra giornata da dimenticare per Var e arbitri.
LECCE. L’impressione è che non sia solo un problema di panchina, con Gotti confermato dopo il set a zero preso dalla viola ma con fiducia ridotta alle prossime duepartite. Mancano il mercato e le scommesse di Corvino (Marchwinski mai visto, Gaspar e Guilbert altalenanti, Rebic ancora poco incisivo), aggiunte a una vecchia guardia non più trainante (Falcone, Baschirotto, Krstovic, Dorgu in flessione sia a livello di rendimento che di valore sul mercato). Così è una seria candidata alla retrocessione.
ITALIANO. Anonimo in campionato, tra gli ultimi in Champions. Un inizio di stagione tutt’altro che entusiasmante per il suo Bologna, soprattutto in Italia dove ha gli stessi punti del Verona. Rotazioni molto forzate stile Fiorentina (una squadra in campionato, un’altra in coppa) che finora hanno avuto poco senso e che hanno prodotto scarsi risultati.
VANOLI: Forse si è un po’ troppo ingolosito dopo quell’ottimo inizio di stagione, che lo ha portato anche in testa alla classifica. Le due punte (Adams, Sanabria) con dietro il trequartista (Vlasic) di Cagliari sono sembrate “to match” per una squadra che pare aver perso anche un po’ di solidità dietro.
ZANETTI: Paga a caro prezzo gli errori della difesa, anche questa volta individuali. La sconfitta col Monza brucia parecchio, sia per la forza limitata dell’avversario (che ha trovato un gol all’inizio e poi si è chiuso dietro giocando solo sulla spizzata di Djuric), sia per non aver saputo sfruttare una superiorità piuttosto netta nel corso della partita. I nove punti in classifica, comunque, permettono di stare per il momento ancora tranquilli.