L'EX BARONI | Era un genio (e non ce siamo accorti)?

Ha salvato il Verona con un'impresa, smontando e rimontando la squadra scaligera. Si è preso parole e tante critiche all'inizio e in molti ne chiedevano la testa dopo la gara con la Salernitana. Alla fine però se n'è andato da vincitore. Chi era veramente Marco Baroni, l'allenatore della Lazio, ex del Verona, prossimo avversario dei gialloblù all'Olimpico?
Domanda che dopo una stagione memorabile resta d'attualità. Credo che Baroni sia un ottimo allenatore, con poco coraggio e con una personalità mite. Ha dato il meglio di sè quando non aveva più niente da perdere, quando il suo buon senso era l'unica bussola possibile in una squadra con le porte girevoli. A gennaio il suo capolavoro. Ha tenuto unita una rosa in via di rivoluzione, non ha mai perso il senso del gioco e dell'identità. Viceversa all'inizio dello scorso campionato si è smarrito dentro i meandri di una squadra a fine ciclo, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, non prendendo mai scelte definitive, fedele al suo carattere tranquillo e mite.
E' stato salvato dall'esonero dalla coerenza del ds, che ritenendolo l'ultimo responsabile della situazione, invece di farlo saltare come fanno tutti, ha preferito rifare quasi da zero la squadra. Alla fine ne è uscito un capolavoro con Marco Baroni che ha raggiunto l'obiettivo, valorizzando tanti giocatori. Anche l'addio è stato indolore, cloroformizzato dalla sua indole. Ha capito, probabilmente che aveva raschiato il barile delle motivazioni e forse ha cercato anche di ottenere il contratto della vita. L'azzardo gli è riuscito alla perfezione, perché il mercato gli ha offerto, inaspettatamente, addirittura la panchina della Lazio. Dove è arrivato tra lo scetticismo generale. Ma attenzione a sottovalutarlo. Potrebbe stupire ancora tutti.