Hellas Verona di Gianluca Vighini , 07/07/2024 8:14

VIGHINI | La sofferenza è la strada che porta alla salvezza. Prepariamoci a soffrire

Setti e Paolo Zanetti
Setti e Paolo Zanetti

La parola sofferenza è stata abolita dal nostro lessico. Nessuno ha più voglia di soffrire. I politici evitano il concetto di sofferenza come la peste. Vendono sogni, promesse illusorie. In campagna elettorale nessuno si sognerebbe mai di dirti che le tasse vanno alzate, che la sanità è un'idrovora di denaro e va pagata, che l'immigrazione è impossibile da fermare. Solo Churchill ebbe il coraggio di dire agli inglesi che servivano “lacrime, sudore e sangue”. Vinse la guerra, ma perse le elezioni.

La sofferenza, ovvero il raggiungimento di obiettivi attraverso il sacrificio, è però una condizione indispensabile. Soprattutto per una squadra di calcio come l'Hellas Verona. Sento tifosi che dicono: “Se pol mia soffrir de manco?”. No. Non è possibile. Soffrire di meno vuol dire abbassare il livello di guardia, vuol dire esporsi ai nemici, vuol dire ignorare i pericoli, vuol dire rischiare la serie B.

Preparatevi, sarà un altro campionato di sofferenza. Lo deve essere. Speriamo lo sia. Vuol dire che il Verona lotterà per salvarsi, che è l'obiettivo primario, indispensabile, per la vita della società e dello stesso Hellas. Senza la serie A, siamo perduti, senza la serie A, tutto crollerebbe in un istante. 

Ci sono esempi chiarissimi: guardate cos'è successo allo Spezia che ha rischiato di finire in serie C, dopo lo spareggio di Reggio Emilia, guardate in che stato versa la Salernitana oggi, guardate lo stesso Sassuolo che alle spalle ha una solidissima multinazionale come la Mapei.

Ecco proprio il Sassuolo è l'esempio numero 1 che soldi, tranquillità finanziaria, o meglio, potenza economica, non servono a nulla, senza la sofferenza, il sacrificio. Appena alzi l'asticella e ti dimentichi chi sei e da dove sei venuto, appena ti scordi il concetto e appunto la condizione di sofferenza, retrocedi inesorabilmente e persino contro ogni pronostico.

Non correremo questo rischio. Per fortuna a Verona c'è un ds come Sogliano che ha già inserito la modalità battaglia, che è già preoccupato dalla difficoltà del campionato, dagli avversari, dagli arbitri. Paolo Zanetti, scelto come successore di Baroni, è conscio che al Bentegodi bisognerà creare un clima da guerriglia urbana, in cui gli avversari, potranno anche uscire vincitori, ma stremati.

Setti non è simpatico ma almeno non promette nulla. Lacrime, sudore e sangue. Vince le guerre però, anche se perderebbe le elezioni. E chissenefrega, sinceramente… L'importante è salvarsi. Un altro anno. Il sesto di fila…