Hellas Verona di Stefano Rasulo , 23/09/2025 5:30

TOP & FLOP | Gasperini se la gode, Tudor cerca alibi

Gasperini
Gasperini

Da bomber Pulisic ai pianti di Tudor. La Roma c’è, anche se è poco Gasperiniana. La Lazio invece rischia tantissimo, specie se a gennaio non rivoluzionerà la rosa. Contestate Fiorentina e Torino. Che bella la difesa del Verona… I top e i flop della settimana.

 

TOP

 

PULISIC. L’emblema del nuovo Milan di Allegri, che punta a tornare in Champions. Solidissimo e con tante soluzioni a centrocampo (l’innesto di Rabiot vicino all’eterno Modric, poi Loftus, Fofana Ricci, Jashari quando rientrerà), registrato dietro, terzo cleen sheet (e terza vittoria) dopo il ko interno con la Cremonese, e con il punto fermo dell’americano davanti in un ruolo diverso dall’anno scorso, più vicino alla porta. Un ruolo che ne sta esaltando le capacità realizzative (con tre gol segnati è il capocannoniere della serie A). P.s. E manca ancora Leao…

 

GASPERINI. Calcio champagne? Gol degli attaccanti? Spettacolo? Niente di tutto questo. Tre gol fatti (uno solo dagli attaccanti) nove punti per il Gasp romano; solido e concreto come forse mai in carriera. Che ripesca Pellegrini al momento giusto, proprio l’ex capitano diventa l’inatteso match winner del derby capitolino, blinda la difesa (1 gol preso in 4 partite) e tiene una Roma che sembra ancora lontanissima dalla sua idea di calcio nella parte alta della classifica.

 

BELOTTI. Dopo un paio di campionati scivolati via quasi nell’anonimato tra Fiorentina, Como e Benfica, la chance all’ultimo minuto di mercato del Cagliari, la fiducia di Pisacane e il ritorno a gol decisivi. Non segnava una doppietta dall’ultima di campionato 23-24, per il Cagliari seconda vittoria consecutiva e secondo scontro diretto vinto (dopo il Parma, il Lecce).

 

ADDAI. A Como sono talmente tanti che si fa fatica a ricordarseli tutti: Nico Paz, e Baturina, e Kuhn, e Rodriguez, e Diao (che è infortunato ma rientrerà) e poi c’è Morata e poi c’è Douvikas. Da oggi, c’è anche Addai, 20 anni, olandese di origine ghanese, valore di mercato 1,5 milioni di euro (uno dei più bassi della rosa) che il Como ha però pagato 14 milioni dall’Az perché ci credeva tanto. E proprio il meno atteso è quello che ha tolto le castagne dal fuoco a Fabregas con un gol decisamente voluto alla Fiorentina in cui ha messo insieme tecnica e voglia di determinare.

 

DIFESA VERONA. Unai Nunez, Nelsson e il braccetto che non t’aspetti, Frese. Oltre ai due esterni, Bradaric e Belghali (che sorpresa), che non hanno solo doti offensive ma sono attenti dietro (riguardatevi Bradaric come segue Cambiaso sul secondo palo, nell’unica sbavatura di Frese che fa passare un pallone pericoloso in mezzo all’area). E fuori ci sono ancora Valentini, Bella-Kotchap ed Ebosse. Il reparto più migliorato e più completo del Verona di quest’anno.

 

 FLOP

 

TUDOR. Usa una strategia comunicativa: spostare l’attenzione sugli episodi, gli arbitri e il palazzo, per evitare di spiegare perché non è riuscito a vincere contro il piccolo Verona (partita per molti dall’esito scontato), rischiando pure di perderla per i pochi centimetri che hanno decretato il fuorigioco di Serdar sul gol del 2-1. Sarebbe stato interessante anche capire perché nel secondo tempo ha rinunciato totalmente all’equilibrio a centrocampo, inserendo due distanti dal ruolo del mediano, come Koopmeiners ed Adzic, mettendo inoltre ogni forma di attaccante a disposizione. Molto riduttivo anche parlare di stanchezza alla prima (prima…) doppia partita della stagione. Poco stile, poco rispetto, poco di tutto.  

 

LAZIO. Altro che campanelli d’allarme, sta suonando una banda a Roma dopo la sconfitta nel derby. I tifosi (a ragione) contestano Lotito per gli errori di gestione che hanno portato al blocco del mercato dopo la fallimentare stagione di Baroni e l’arrivo di elementi fuori dal progetto (Belahyane e Noslin su tutti). Sarri ha attaccato i giocatori, che non starebbero dando il massimo. La squadra non è lucida, lo dimostrano le due espulsioni di Belahyane e Guendouzi (dopo la fine) dopo che erano usciti per infortunio altri due centrocampisti, Bashiru e Rovella. Così il rischio molto concreto è di una stagione dove guardarsi con attenzione alle spalle, specie con il mercato bloccato anche a gennaio.  

 

PIOLI. Quattro partite, nessuna vittoria. Squadra in coda alla classifica (2 punti, uno meno del Verona) fischiata e contestata, con Pioli che ha ammesso che le aspettative erano di un inizio decisamente diverso. Contro il Como era una sfida tra squadre ambiziose che hanno iniziato in salita, la sconfitta (la terza in cinque giornate) è un serio campanello d’allarme.

 

TORINO. Niente da fare: il gol di Simeone a Roma sembrava aver dato un po’ di fiato a Baroni ma non è stato così. I tre gol in otto minuti presi contro un’Atalanta tutt’altro che irresistibile (la squadra di Juric va più piano rispetto a quella di Gasp) hanno segnato il secondo pesante tracollo della stagione (alla prima 5-0 contro l’Inter). L’ambiente, da tempo, è tutto contro Cairo, ma anche la guida tecnica non sta trovando le soluzioni adeguate con una rosa che vale più della semplice salvezza.

 

DI FRANCESCO. Il punto a Genova senza mai tirare in porta e poi tre sconfitte consecutive. Inizio fortemente in salita per Eusebio Di Francesco che a differenza delle ultime due (a Frosinone e Venezia) non ha dovuto plasmare qualcosa di nuovo e diverso ma si è trovato una squadra che è cambiata poco rispetto al passato, con una vecchia guardia e abitudini di gioco consolidate. Fu così anche a Verona, vi ricordate come andò a finire?