VIGHINI | Sogni di mezza estate e dura realtà

Un giorno di luglio almeno tremila persone con le sciarpe del Verona si radunarono nel parterre del Bentegodi.
Dragan Pixie Stojkovic, il Maradona della Jugoslavia fece due palleggi e buttò il pallone tra le loro braccia.
La folla lo acclamó, il sogno dell’estate era diventato realtà. Il commendatore Eros Mazzi che era lì a due passi aveva gli occhi lucidi.
Il sogno duró pochissimo. Stojkovic divenne presto un incubo, infine solo un’illusione. Il Verona finì in serie B.
Anni dopo sulla scalinata di Palazzo Barbieri, Rafa Marquez, detto El capitan, simbolo del calcio sudamericano, stella del Messico, ex giocatore simbolo del Barcellona, salutava un’altra folla festante con le bandiere e le sciarpe gialloblù.
Marquez era il “colpo” dell’estate, ma non appena arrivò l’autunno, il sole che aveva portato svanì. Il campione al tramonto non fu per nulla utile quando scese in campo e divenne persino un problema per Mandorlini che gli preferiva i suoi pretoriani. Un altro sogno di mezza estate fallito.
Nell’estate del 2025, molti anni dopo, il sogno di mezza estate di un’intera città si chiamava Tommaso Baldanzi. Niente a che vedere con la grandezza di Stojkovic nè di quella di Marquez. Baldanzi è un giovane talento ancora nell’anticamera del grande calcio. Per rilanciarsi aveva scelto la provincia e il suo vecchio maestro. Era una bellissima idea di mercato, una straordinaria opportunità che non si è colta.
Ma come ci racconta la storia, a volte i sogni di mezza estate restano solo un’effimera gioia.
Mentre, dopo la delusione, resta la realtà: il Verona si dovrà salvare con Montipó, con Orban, con Cham, con Valentini, con Giovane. Con la sola forza di una squadra e della sua gente. E prendendo atto di avere la proprietà più debole del calcio italiano. Almeno ora è tutto chiaro e se ci salveremo sapremo chi ringraziare e chi no.