Hellas Verona di Gianluca Vighini , 26/08/2025 8:50

VIGHINI | Sorpresa, ma senza rinforzi questa squadra rischia la serie B

Nelsson (foto Grigolini/Hellas Verona)
Nelsson (foto Grigolini/Hellas Verona)

Sorpresa! Abbiamo una squadra. Succede spesso quando le aspettative sono vicine allo zero. Perchè diciamocelo chiaramente. Le aspettative prima di Udine erano veramente molto basse. Tra chi pensava ad una sconfitta con goleada e a chi immaginava un onorevole insuccesso, in pochi, ma davvero in pochi, avevano buone sensazioni.

Del resto, come si poteva non essere preoccupati? Tra cessioni milionarie, rinforzi che non arrivano, infortuni gravi, la partita di Cerignola, il morale era veramente basso. Invece è andata bene, oltre le aspettative, oltre le più rosee previsioni.

Vorrei sottolineare, una volta di più, dopo questa gara, i meriti dell’allenatore. In un mondo in cui la lamentela dei tecnici durante il mercato è diventato un rito estivo, Zanetti non ha mai (mai) sollevato una minima richiesta. Ha parlato di quattro, cinque rinforzi che devono arrivare, ma non come se fosse un suo desiderio di bambino viziato, ma semplicemente portando all’evidenza quanto si era detto con la società, insomma un dato di fatto.

Di più: ha assorbito senza battere ciglio le cessioni di Coppola, Ghilardi e Tchatchoua, ha accettato di non avere più tra i suoi un leader tecnico e morale come Duda, ancora non sostituito. Ha lavorato come se nulla fosse, senza il punto di riferimento in attacco, indispensabile per tutti i meccanismi della squadra. Ha accolto, ancora una volta, giocatori da ogni dove, inseriti in un gruppo sano e finalmente libero da tutti quegli scontenti e pessimisti che abitavano nello spogliatoio dell’Hellas l’anno scorso che hanno reso così dura e difficile la passata stagione. Ha dato un’impronta di gioco solida e concreta, frutto anche della dura esperienza dell’ultimo campionato. Insomma un piccolo, grande capolavoro.

Il Verona di Udine ha sorpreso, ma nemmeno per un secondo ci si deve illudere che questa squadra, così com’è possa giocarsela alla pari in un campionato che si preannuncia molto più duro e difficile del passato. Il week-end ci ha restituito la fotografia di quello che sarà: sebbene siamo solo all’inizio dell’avventura è chiaro che tutte le rivali del Verona hanno alzato l’asticella (di molto) e che per salvarsi serve, è necessario, è indispensabile e persino vitale che la proprietà faccia qualcosa di importante, che non sia solo mettere il cerino nelle mani di un direttore sportivo bravo, anzi bravissimo e geniale, ma che senza soldi, senza investimenti, non può sempre fare le nozze con i fichi secchi.

Non emettiamo oggi giudizi definitivi. Vedremo il Verona e giudicheremo la Presidio dopo il primo settembre. I segnali non sono incoraggianti, ve lo voglio anticipare, ma magari anche Cris Puscasiu, vero capo del fondo (Zanzi è uno stipendiato che è stato collocato alla presidenza come front-man…) ci sorprenderà. Proprio come il Verona di Udine.