VIGHINI | Così non si fa calcio: Setti, come Totò: ha venduto la Fontana di Trevi agli americani

Serve grande realismo: il Verona, questo Verona, quello di Cerignola, non è una squadra competitiva per restare in serie A. Non stiamo parlando di parte sinistra della classifica, di amene idee di Europa o altro: questo Verona non può competere per la salvezza.
La cessione di Tchatchoua, la grave perdita di Suslov, la probabile perdita di Valentini (si spera per un tempo relativamente breve), l'assenza di rinforzi (ad oggi) nei ruoli chiave (centrocampo e attacco), rendono l'Hellas una seria candidata alla retrocessione.
Sogliano, chiamato San Sogliano da tutti noi, per i precedenti tre straordinari miracoli, ha raschiato il fondo del barile. Non ti può sempre andar bene, lo diciamo da tempo e quella situazione emergenziale, pre fallimentare, dell'era Setti, non poteva diventare un “metodo”, il sistema di fare calcio.
Sogliano sta battagliando ogni giorno per portare quattro, cinque, rinforzi. E' il primo a rendersi conto che questa squadra senza giocatori veri, rischia la serie B. Ma deve, ogni giorno, fare i conti con i paletti finanziari imposti dalla Presidio, low budget, soldi zero, attenzione massima agli ingaggi, si vende prima di comprare. Un'impresa titanica, al limite dell'impossibile. Se un giocatore costa poco ma ha un alto ingaggio non può venire a Verona. Se il cartellino costa cinque, sei milioni di euro, non può venire a Verona. Se non si vende Lasagna, non si può acquistare. E via di questo passo.
Ogni operazione che abbiamo visto fino ad oggi è un eccezionale slalom tra questi paletti. Bisogna trovare giocatori felici ed entusiasti di venire da noi, che abbiano un ingaggio minimo, che non costino un euro di investimento o pochissimo, che abbiano un senso tecnico per Zanetti e l'idea tattica: insomma una fatica immane.
Resta il dubbio più grande, il nodo di tutta questa storia: come possa Presidio, dopo mesi di trattative, di analisi, di verifiche, di immensi “esperti” che hanno lavorato all'acquisizione, di cariche al limite del miglior Fantozzi (GR.UFF.LUP.MANNAR.MEGAGALATTICO, il tutto declinato in inglese che fa figo), aver sottovalutato in questa maniera l'aspetto tecnico e la necessità impellente di rafforzare con qualche investimento, la squadra prima di tutto, è un mistero. Può darsi che il self-made man di Carpi, l'abile Maurizio, senza nessun master al MIT di Boston, ma con la Grande Scuola della strada, sia riuscito a metterseli tutti nel taschino. Che abbia venduto il suo metodo di fare calcio a questa banda di sprovveduti. Compro a poco, meglio se a zero, vendo a tanto e mi salvo. Come Totò che rifilava la Fontana di Trevi al turista americano. E loro ci hanno creduto. Povero Verona, se così fosse.