VIGHINI | Lavoro e mercato: cosa ci ha detto l'amichevole col Sudtirol

Lavoro, tanto, da fare sul campo. E poi il mercato per dare a Zanetti i tre tasselli che mancano. E un messaggio alla Presidio Investors: non illudersi nemmeno per un secondo che questa squadra sia già competitiva per la salvezza.
Ecco in sintesi cosa ci ha lasciato l'amichevole col Sudtirol. La quarta partita stagionale ha messo il Verona davanti alla scorbutica squadra di Castori che con malizia e furbizia ha contrastato il maggior tasso tecnico (inevitabile) dei gialloblù. Castori è maestro nello “sporcare” le gare, per questo è stata una sana lezione per il futuro. Il campionato del Verona passerà più da gare come questa che da partite giocate a viso aperto. “Falletti” tattici a centrocampo, qualche randellata, la maglia tirata in area: ingredienti che una squadra che lotta per la salvezza deve saper manneggiare come dimostrano gli ultimi tre campionati dell'Hellas.
BENE SERDAR. In mezzo ha brillato Serdar, l'uomo con più tasso tecnico dei gialloblù. Suat ha cantato e anche portato la croce, ha deliziato con alcune imbucate perfette, ha collegato difesa e centrocampo. Vicino a lui ha giocato Bernede: un po' oscurato dalla luce di Serdar, non ha trovato il “ritmo”: se lo si vuole in quella posizione, Bernede deve toccare molti più palloni, essere lui il vertice. Altrimenti se quel ruolo lo fa Serdar, Bernede non serve: meglio allora piazzare lì un medianone alla Niasse, aspettando il mercato.
SUSLOV FRENETICO. Solito dilemma. Suslov è l'unico che accende la luce con la sua rapidità e il suo cambio passo. Ma è anche l'unico che la spegne subito dopo. Sembra Cimabue del Carosello: fa una cosa e ne sbaglia due. Suslov deve trovare la pace interiore. Non deve pensare di poter risolvere da solo le partite e che ogni palla che tocca deve tramutarsi in gol sensazionale o in assist fantastico. Lo slovacco è troppo frenetico, deve tornare a fare le cose semplici, senza snaturare le sue caratteristiche. E per favore non ricominciamo la tiritera della posizione. Non è una questione di posizione ma di un giocatore che deve maturare in fretta.
GIOVANE, UNA STELLA. Stemo calmi. Ce lo ripetiamo ogni palla che tocca. Stemo calmi. Ma è più che evidente che Giovane ha dei crismi che altri non hanno. E non solo quando cerca la porta. Anche col Sudtirol ha dispensato palle gol, ha segnato, si è impegnato. Stemo calmi, ma con questo ci possiamo divertire.
MANCA LA PUNTA. E' stato molto evidente col Sudtirol che al Verona manca in questo momento il riferimento in attacco. Non stiamo parlando dell'attaccante da doppia cifra, ma semplicemente di un centravanti. Senza Mosquera e attendendo il mercato, con Sarr infortunato, l'attacco del Verona è in pesante deficit. E' molto semplice affermare che le fortune della squadra nel prossimo campionato dipenderanno molto da chi arriverà. Per questo Sogliano e Zanetti vanno molto cauti. Non bisogna sbagliare la scelta, prendere il meglio all'interno del solito grande problema: non ci sono soldi da investire e il tetto agli ingaggi. Si potesse spendere due milioni per lo stipendio della punta, Sogliano avrebbe già risolto da tempo la questione. Ma, al massimo, il Verona può spendere un milione di euro per l'ingaggio. E a quel prezzo, le scelte si riducono drasticamente. Ancora una volta, toccherà al ds fare la differenza.