VIGHINI | Sta nascendo una stella? Giovane fa galoppare la fantasia dei tifosi

Sono passati dieci minuti dal primo allenamento di Giovane Santana do Nascimento: Zanetti guarda il team manager Sandro Mazzola. Mazzola ricambia lo sguardo con occhi sgranati. I due non si dicono nulla. Gli occhi di chi ha percorso calcio e campi per una vita dicono tutto.
Giovane, ancora con il fuso orario sulle spalle e un po' di chili di troppo sul corpo, ha appena "stampato" un missile all'incrocio dei pali dopo un dribbling secco. "Buongiorno a tutti".
Zanetti a fine allenamento ha un brivido sulla schiena. Quel brivido che ti arriva quando sei al cospetto di qualcosa di diverso, di un giocatore speciale. Ma non dice nulla. Non parla nessuno. Neanche Mazzola che ne ha viste di tutti i colori. Gente con i crismi del campioncino che s'è persa per strada, gente che non gli avresti dato un euro e che poi ha salvato il Verona. Una cosa però Mazzola se la lascia sfuggire: "Certi giocatori li vedi subito. Amrabat ad esempio. Sbarcò a Verona, fece il primo allenamento, picchiò tutti in campo e capimmo che era speciale".
Bastano gli occhi, gli sguardi per capire che Giovane è una stella che si sta formando. Ma tutti hanno (giustamente) paura al solo pensiero. Sogliano, il ds dei miracoli, guarda da lontano. Anche lui ne ha viste di ogni colore e concreto com'è (quasi tendente al pessimismo cosmico) non si sbilancia. Dice solo: "In quanto a pressione non credo la sentirà. Arriva dal Corinthians e là di pressione ne hanno tantissima". Stesso concetto espresso da Giovane nella sua prima conferenza stampa veronese. "Sono abituato, non ho paura".
Contro la Virtus Verona, primo vero test della stagione, Giovane Santana di Nascimento ci mette sedici secondi a mettere la sua firma sulla partita. Come Zorro quando sciabolava la "Z" sul sergente Garcia. Poi ne segna un altro e costruisce altri due assist (uno per il gol di Frese, uno mangiato da Suslov). Di nuovo "buongiorno a tutti".
Mazzola continua a sgranare gli occhi. Sogliano ha un tirato sorriso mentre guarda il Verona dall'alto, sulla torre di tubi costruita dal Gino della Sec, Zanetti continua ad avere brividi: "Non fatemi parlare di Giovane, non fatemi parlare di Giovane...". Ma il sorriso che esplode sulla sua faccia da bravo ragazzo veneto e gli occhi dicono tutto...