Hellas Verona di Gianluca Vighini , 26/05/2025 8:06

VIGHINI | Ghe l'emo fatta

Bradaric esulta dopo il gol
Bradaric esulta dopo il gol

Ghe l’emo fatta… Ghe l’emo fatta da soli. Soli contro tutti… Come sempre del resto. Lo scudetto del Verona anno 2025 si chiama salvezza. Per il settimo anno consecutivo il povero e misero Verona si iscriverà alla serie A. Una continuità di rendimento che ha pochi precedenti nella storia ultracentenaria di questa società.

Banalizzare e ridurre a “normalità” questa terza salvezza consecutiva è un atto blasfemo nei confronti di chi ha permesso al Verona di colmare l’incredibile gap economico e tecnico. Forza di volontà, orgoglio, appartenenza, fino a spingere il gruppo di giocatori a dare sempre tutto, oltre le proprie responsabilità è il segreto di queste tre salvezze miracolose.

Dietro le quali c’è la costante di un ds che oggi è il vero valore aggiunto di questa società. Sean Sogliano ormai è un veronese a tutti gli effetti. Domenica sera appena terminata la partita mi ha confessato il suo unico rammarico: “Mi dispiace solo non aver vestito la maglia del Verona da giocatore”. Sean è veronese nel midollo. Duro, tenace, concreto, romantico. Con le dovute proporzioni è il sindaco di questi anni, in cui la società non si può permettere di acquistare un bomber del valore di Elkjaer o Toni.

Poi spendo una parola per Paolo Zanetti. Un ragazzo d’oro, che ha sposato il Verona. Allenatore giovane, sicuramente, ma convinto che Verona fosse la sua piazza, un punto d’arrivo della sua carriera, non un trampolino. Avrebbe voluto regalare grandi partite e grandi gioie alla tifoseria gialloblù. Si è sentito in debito per tutto il campionato, soprattutto per quelle gare sbagliate in casa. Guardava la Curva e pensava di essere nel posto più bello del mondo. Al contempo era frustrato, persino troppo, quando il suo Verona non riusciva a ripagare quella meravigliosa gente. In parte c’è riuscito a Empoli. Conquistando 37 punti, frutto di dieci vittorie, sei fuori casa. Un bottino eccezionale per tutto quello che ha passato questa squadra in questa stagione. Una squadra che non ha avuto, almeno all’inizio, il collante del gruppo dei senatori, svuotati, stanchi e delusi dalla società dopo anni di battaglie. Che doveva cementarsi in un manipolo di giovani scommesse che arrivavano da tutto il globo, senza un minimo di idea di cosa fosse il Verona e dove fossero capitati. E che ha sopportato anche una serie infinita di infortuni nei suoi uomini migliori, cosa che avrebbe piegato chiunque.

Come una canna di bambù, Zanetti si è piegato, non si è spezzato. Ha trovato in Sogliano un compagno di viaggio leale e coerente. I due si sono scontrati e aiutati a vicenda. Con l’onestà di fondo che li caratterizza, senza ipocrisia, dicendosi in faccia tutto quello che dovevano dirsi. Sempre tenendo presente che non era importante il loro bene personale ma l’Hellas Verona.

Da oggi si guarda al futuro. La palla passa nelle mani di Chris Puscasiu, di Italo Zanzi, di Dirk Swaneveld, alla Presidio Investors. Il nuovo e anomalo fondo americano col cuore tedesco che deve tornare a far grande il nostro Verona. Da quello che abbiamo capito fino ad oggi, non girano grandi soldi dalle parti di Austin. Ma c’è onestà di fondo e idee chiare. Puscasiu è alla ricerca di nuovi investitori, ha messo Verona, come città, al centro di tutto. Avrà un compito durissimo. Far amare il Verona agli imprenditori veronesi, che non lo hanno mai amato troppo e che da sempre però vorrebbero metterci becco senza investire un euro. Verona è stupenda, potenzialmente una città europea, che potrebbe ogni anno giocare partite internazionali che contano. Abbiamo tutto, l’Arena, l’opera lirica, la storia, la bellezza. Il club ha tradizione, ha vinto un fantastico scudetto, ha una tifoseria pazzesca, innamorata e attaccata come poche al mondo.

Manca solamente una regia che metta tutto assieme, che ci faccia uscire dal nostro provincialismo che è al tempo stesso catena e identità imprescindibile. E’ la sfida più grande che ci attende da oggi in poi. Senza la serie A non si sarebbe potuto fare niente di tutto questo e non ci sarebbe stato un futuro. Teniamolo presente. E volemoghe ben al Verona.