VIGHINI | La sofferenza è il prezzo della grandezza. Quindi siamo grandissimi

"La sofferenza è il prezzo della grandezza". Non lo ha detto un tifoso del Verona abituato a resistere alle più brutte partite a cui abbia mai assistito nella sua vita, a campionati presi per i capelli, a salvezze miracolose. Era il succo del pensiero di Winston Churchill. E quindi siamo grandissimi. Nella nostra indicibile sofferenza, in quella resilienza che risulta essere il carattere identitario di un popolo che non piange mai, che si piega ma non si spezza. Davanti all'epopea gialloblù che ricordava che una volta tanto le giostre si sono fermate anche qui per farci divertire, siamo ripiombati nella dura realtà di una squadra che fa quasi tenerezza da tanto che è fragile e da tanto che si fa attanagliare dalla paura anche quando intorno a lei si dipanano le meravigliose ali del popolo gialloblù. Il calcio è una brutta bestia perché imponderabile nei meandri della mente che fa girare le gambe, altrimenti non si spiegherebbe perché alcuni giocatori non reggono la pressione delle grandi piazze e perché il miserabile Hellas (miserabile perché un prodotto di budget miserabili), stia a quota 33 a due giornate dalla fine.
Dovremo gioire di questo, invece siamo tutti, francamente stanchi. Non ci si accontenta più del “settimo anno di serie A consecutivo”, non è più sufficiente spiegare che Mosquera non è una scelta ma un obbligo, l'obbligo di chi non può spendere. E così ci arrabbiamo con Mosquera, che cito a mo' di esempio, perché vorremmo tornare ad esercitare il nostro diritto al sogno, che è proprio di ogni tifoso. Ci siamo ridotti a contabili, a ragionieri della salvezza, prima a fare i calcoli delle plusvalenze, poi dei soldi spesi, infine dei punti che mancano. Di chi ci innamoriamo? Di quale giocatore? C'è qualcuno tra questi che abbia smosso il nostro cuore? Nessuno. Anche perché, non sia mai, se ti affezioni poi rischi la delusione eterna al prossimo mercato quando ancora sull'altare del dio pagano della plusvalenza, ti venderanno quel tuo pupillo. Così deve vincere il sano realismo, la logica, la razionalità. Come Montanelli quando si turava il naso ma votava Dc. E' un buon punto. Credo fondamentale per la salvezza. Non sufficiente per non soffrire fino alla fine. Lo sapevamo. Volemoghe ben al Verona.