TOP & FLOP | Roma capoccia, Verona che pena

Le mosse di Ranieri e Soulè: adesso è ufficiale la Roma può addirittura sognare la Champions. Dal possibile triplete al rischio “zero tituli”, l’Inter rischia di buttare la stagione. Parma (e Chivu), che impresa, dopo Inter, Fiorentina e Juve fa punti anche all’Olimpico. Yldiz, sciocchezza che complica la rincorsa della Juve al quarto posto. E dietro la lavagna, stavolta, ci finisce anche Zanetti con tutto il Verona. I top e flop della giornata.
TOP
MC.TOMINAY. Il vero uomo scudetto e il valore aggiunto del Napoli di Conte: 11 gol fatti, uno meno di Lukaku, molti da dentro l’area, da seconda punta più che da centrocampista, gran parte di questi decisivi. Dominante come mai in carriera (allo United 29 gol in 255 partite…), fa sorridere che sia arrivato solo per lo scippo di Brescianini da parte dell’Atalanta, andato a Bergamo dopo aver già raggiunto l’accordo col Napoli.
ROMA. Le mosse di Ranieri, che incarta Inzaghi con un primo tempo tatticamente dominato, e la qualità di Soulè, già il nuovo Dybala. La Roma nel 2025 è prima per punti realizzati davanti alle big europee (Liverpool, Bayern, Psg…) e adesso (dalla zona retrocessione dell’ultimo Juric), sogna addirittura la Champions League.
CHIVU. Il calendario, ancora complicatissimo, non gli dava molte speranze. Invece ha sovvertito i pronostici, valorizzando un mercato di gennaio importante (20 milioni in acquisti) e fortemente efficace (Ondrejka 3 gol, Pellegrino 3 gol). Una squadra che nel momento decisivo della stagione fa 7 risultati utili consecutivi, battendo la Juve e fermando Inter, Fiorentina e Lazio nelle ultime 4 giornate merita la salvezza. Chapeau.
PEDRO. Baroni deve fargli un monumento, perché dopo la clamorosa eliminazione in Europa col Bodo la Lazio stava per buttare la stagione in casa col Parma. A salvarla la doppietta dell’attaccante spagnolo, che a quasi 38 anni sta viaggiando a 12 gol in stagione, 8 in campionato.
PAVOLETTI. A 36 anni, senza mai una sola partita da titolare giocata in stagione, mangia i gnocchi in testa a Coppola ed è la fotografia di un Cagliari umile e concreto, che è venuto al Bentegodi a prendersi la salvezza col coltello tra i denti.
PEDRO. Baroni deve fargli un monumento, perché dopo la clamorosa eliminazione in Europa col Bodo la Lazio stava per buttare la stagione in casa col Parma. A salvarla la doppietta dell’attaccante spagnolo, che a quasi 38 anni sta viaggiando a 12 gol in stagione, 8 in campionato.
FLOP
INTER. Dal possibile triplete al rischio di non vincere nulla in poche settimane. Le tre sconfitte consecutive tra campionato e coppa in un momento decisivo della stagione non sono però una sorpresa: l’Inter perde punti da inizio stagione, ne ha 12 in meno rispetto all’anno scorso, e prende molti più gol (33 a 4 giornate dalla fine, contro i 22 dell’intera scorsa stagione). Considerata la rosa a disposizione (di gran lunga la più importante della serie A), numeri non spiegabili con la narrativa di Inzaghi: stanchezza, rimesse laterali, assenze, calendario e rigori.
YLDIZ. La gomitata senza senso con la quale complica una partita già indirizzata e fino a quel momento priva di pericoli è inaccettabile per uno che indossa la 10 della Juventus. Un gesto che complica anche i prossimi due match (decisivi, Bologna e Lazio fuori) per salvare una stagione per la Juve ancora molto deludente dopo la sconfitta di Parma.
ZANETTI. Lui e Coppola, e Ghilardi, e Mosquera, e Sarr, e Bradaric e tutto il Verona. Sconfitta brutta e inattesa contro il Cagliari, per l’atteggiamento, per la lettura della partita, per gli errori dei singoli, per la squadra che nella sua totalità non si è mai accesa in una gara dove si poteva chiudere il discorso salvezza. Ora calma e gesso, cancellare tutto e ripartire e dall’umiltà e la competezza dimostrata nell’ultimo periodo, che ha portato il Verona a 32 punti e ad essere ancora e fino alla fine padrone del proprio destino. Manca un passo, bisogna farlo.
SIMONELLI. Il Presidente della Lega di serie A risponde alle critiche per il caso del rinvio della gara tra Atalanta e Lecce con un poco elegante: “facile parlare dal divano…”. Non rispettare le tradizioni (giocare a Pasqua) e ancor peggio il dolore per l’improvvisa scomparsa di Graziano Fiorita, fisioterapista del Lecce, riprogrammando la partita prima dei funerali, è stata un’altra ingiustificabile e imperdonabile mancanza di rispetto.
ARBITRI E VAR. Tranquilli, va tutto bene, anche se gli errori fioccano e non li fanno i novellini ma due con oltre 100 presenze in serie A. Fabbri (149), ancora lui, quello del doppio caso Duda (Inter-Verona dello scorso campionato e l’espulsione con la Lazio con le tre giornate di squalifica in questo), sbaglia nel non dare rigore all’Inter per la trattenuta in area su Bisseck (colpevolmente silente anche il Var Di Bello), ma non sarà fermato perché complessivamente, spiega la categoria, ha arbitrato bene. Scivola via come cosa normale, anche se può compromettere il campionato del Venezia, pure l’errore di Manganiello (108), che non sanziona con un sacrosanto rigore il contatto tra Pavlovic e Yeboah nell’area milanista facendo imbufalire, a ragione, il tecnico dei lagunari Di Francesco.