Hellas Verona di Stefano Rasulo , 18/03/2025 7:51

TOP & FLOP | Suslov tuttocampista, per Fabregas la musica non cambia

Fabregas, allenatore del Como
Fabregas, allenatore del Como

Zanetti, che capolavoro! E nelle ultime 7 ha più punti di Conte. L’Inter da una spallata all’Atalanta, peccato per l’incoerenza di Massa che rovina lo spareggio scudetto. Sette gol presi, zero fatti: nelle ultime due una delle peggiori Juve della storia; colpa solo di Motta? Baroni ci mette la faccia davanti ai tifosi dopo la seconda imbarcata della stagione: ma è tutta colpa sua? Bologna, che spettacolo: oggi la squadra più in forma del campionato. I top e i flop della settimana. 

 

TOP

 

CARLOS AUGUSTO. Chalanoglu pennella, lui realizza di testa dentro l’area avversaria il gol con cui l’Inter da una spallata alle rivali per lo scudetto. A volte braccetto, a volte esterno, l’ex Monza non è solo la riserva di Di Marco ma un preziosissimo dodicesimo della rosa più completa (e forte) di tutta la serie A; non a caso, prima in classifica.

 

BOLOGNA. Dalla società, a Italiano, alla squadra, i meriti per una stagione iniziata con difficoltà ma avviata ad un finale entusiasmante. Distrugge la Lazio nello scontro diretto al quarto posto e fa capire di essere la candidata più credibile per occupare l’ultimo posto Champions. Tutto questo senza Calafiori e Zirkzee… 

 

ZANETTI. La nona vittoria stagionale è figlia di un capolavoro tattico con cui nonostante le assenze ancora una volta pesantissime (anche di Valentini, oltre ai soliti noti) ingabbia l’ottima Udinese di Runajic, mai così in difficoltà nelle ultime settimane. Un Verona equilibrato, concentrato, senza sbavature dalla trasferta del Friuli più vicino alla salvezza, che nelle ultime sette partite (3 vittorie) ha fatto un punto più del Napoli. 

 

SUSLOV. Zanetti lo ha trasformato da esterno a tuttocampista e lui si è preso in mano il Verona cambiando si modo di giocare ma soprattutto atteggiamento. Una volta voleva vincere da solo, adesso è totalmente disposizione della squadra e la trascina mettendo gambe, tecnica e quella voglia di determinare e di attaccamento alla maglia che è quello che amiamo a Verona. Ora non diventi l’ennesima plusvalenza ma il perno su cui costruire il Verona del futuro. 

 

RADU. Le parate capolavoro con cui ferma la corsa scudetto del Napoli tenendo in vita il Venezia (che a furia di 0-0 è a 6 punti dalla salvezza), sono la fotografia di una squadra, e di un allenatore, con una dignità infinita. 

 

FLOP

 

GIUNTOLI. Che Motta abbia fallito il progetto tecnico è palese, ma probabilmente il primo che dovrebbe partire è chi lo ha scelto. Spendendo (dopo anni) milioni sul mercato per prendere giocatori che al momento si sono tutti sottovalutati (Koopmeiners, Douglas Luiz, Nico Gonzalez) e avallando decisioni insensate, come le rinunce a Sczesny con ancora un anno di contratto in estate o a Danilo, capitano e punto di riferimento dello spogliatoio, a stagione in corso. 

 

DE LAURENTIIS. Conte sta arrancando (cinque pareggi e otto punti nelle ultime sette partite), ma dopo aver trasformato una squadra arrivata decima lo scorso anno. La proprietà, invece, forse per rientrare dalla sanguinosa e scellerata gestione di Osimhen in estate, a gennaio ha venduto Kvara presentandosi con Okafor scarto del Milan. Per vincere lo scudetto serviva ben altro. 

 

LOTITO. Baroni ci ha messo la faccia davanti ai tifosi, prendendosi forse più responsabilità di quelle che ha. Il problema non è ridurre costi o investimenti, è avere gli stessi obiettivi o far credere che sei più forte di anni dove avevi giocatori più forti e spendevi molto di più di ingaggi. 

 

FABREGAS. Passano le settimane ma la musica non cambia (a parte quella di Guè nelle partite in casa che invece è sempre quella). Domina, e poi perde. Va in vantaggio, non chiude le partite e poi si fa rimontare. Ogni tanto il giochetto riesce, come contro il Napoli, ma avere una squadra di talenti costati 120 milioni in due mercati (estivo e invernale) e avere gli stessi punti del Verona di Zanetti (che è la squadra che costa meno di tutte in serie A) dovrebbe far molto riflettere; dirigenti comaschi e non... 

 

MASSA. L’Inter è stata superiore all’Atalanta e ha vinto perché è la squadra più forte e perché ha saputo interpretare meglio i momenti della partita. Ma un arbitro non può rovinare una sfida scudetto come ha fatto Massa, dando due gialli ravvicinati senza capire il contesto della partita. La protesta di Ederson è stata plateale, certo, ma Bastoni, già ammonito, aveva fatto una cosa molto simile poco prima e l’arbitro l’aveva lasciata passare. Questo è rovinare il calcio.