La scelta impopolare, Barana: "Zanetti e il paradosso di Sogliano"
Una scelta, quella del Verona di confermare Zanetti, che è un eufemismo definire controcorrente e impopolare. Va contro l’evidenza, la logica e i numeri, ma – al netto dell’aspetto economico (il Verona ha poco budget) e del prossimo probabile cambio di proprietà (ma in un affare in cui ballano 70-75 milioni di euro non incide l’ingaggio di un allenatore) – forse si può spiegare così: Zanetti è funzionale al metodo di lavoro di Sogliano, che ha bisogno di essere quotidianamente dentro la squadra e di mantenere un filo diretto ed ultra-dialettico con il suo allenatore, per incidere, nella convinzione che solo in questo modo la situazione può restare sotto controllo e si può raggiungere l’obiettivo finale. Con l’attuale tecnico il feeling c’è, mentre con qualsiasi altro il rapporto sarebbe tutto da costruire.
Chi scrive pensa che questo sia un limite del nostro diesse. Un limite relativo e non assoluto, intendiamoci, perché se poi questo metodo, in un modo o nell’altro, porta al risultato è chiaro che il gioco vale la candela. Eppure un cambiamento di paradigma probabilmente aiuterebbe non poco anche la carriera dello stesso Sogliano, che con allenatori di profilo diverso valorizzerebbe meglio la sua indiscutibile abilità nello scegliere i calciatori. Ecco, se vogliamo, sta tutta qui l’anomalia e la contraddizione di Sogliano: difendendo Zanetti indirettamente espone alle critiche (ingiuste) il suo calciomercato, dunque se stesso. Tradotto: ma se non è colpa dell’allenatore, sarà che la squadra è scarsa? Ma come si possono considerare scarsi calciatori di livello internazionale come Serdar, Duda e Suslov, un gioiellino come Belahyane e un attaccante come Tengstedt che finalmente sta mostrando le qualità che gli addetti ai lavori gli hanno sempre riconosciuto? Gli stessi Magnani e Dawidowicz, che hanno centinaia di presenze in serie A, non saranno diventati brocchi tutti di un colpo. La verità è che sul piano tecnico e individuale questo Verona è da salvezza tranquilla.
Del resto, il “metodo Sogliano” con gli allenatori lascia molte domande aperte. Per esempio, non sapremo mai se con un altro tecnico al posto di Bocchetti e Zaffaroni, o di Baroni l’anno scorso, avremmo fatto meglio o peggio (però Zaff è arrivato in corsa e ha inciso, quindi quello si può considerare un cambio). Conta il risultato finale e se l’obiettivo è minimale, cioè una salvezza anche risicata (retrocedono tre squadre su venti, salvarsi mica è questa questa impresa…), forse Sogliano pensa ancora che può riuscirci con Zanetti, nonostante tutto. Salvaguardando il suo metodo di lavoro. Fino a prova contraria: Parma questa volta decide davvero.