TOP E FLOP | Capolavoro Zanetti a Verona, Milan, che disastro
Zanetti, che capolavoro! E il Verona sbanca il tabù Marassi. Meglio di Juric: è il Torino di Paolo Vanoli, che sarebbe a punteggio pieno senza quei dieci minuti di blackout a San Siro. Parma, più complimenti che punti; ma anche a Napoli la squadra di Pecchia strappa applausi. Tra i top della settimana anche l’Empoli ancora imbattuto e Lukaku, subito decisivo. Nei flop due grandi in difficoltà (per motivi diversi): il Milan di un Fonseca sempre più in bilico e l’Atalanta di Gasperini, che ha cambiato tanto e ancora non si è ritrovata. Male anche il Bologna, l’ambizioso (forse troppo…) Como di Fabregas e il portiere del Parma Suzuki per il rosso che ha condannato i suoi alla sconfitta.
TOP
ZANETTI. Perfetto: sia il piano tattico che la gestione della partita. La vittoria sfata tabù di Marassi (ultima vittoria nel 1989 con gol di Bertozzi), è il risultato di un piccolo capolavoro di strategia (a cui non eravamo più abituati...), che ha mandato in tilt il Genoa facendogli perdere le proprie certezze. Gambe, testa e sei punti in classifica: non abbiamo ancora fatto niente ma alla terza è comunque tanta roba.
VANOLI. Grande impatto con la A. Ha avuto la fortuna di ereditare un Torino ben allenato sul fronte del lavoro (come accadde a Tudor a Verona), ma il suo diverte più del precedente e persino Ilic (scommessa mai vinta da Juric), sembra aver trovato finalmente un senso. Occhio, perché se è vero che ha perso Bellanova, Che Adams è un acquisto chirurgico davanti (nazionale scozzese, non uno sconosciuto), e Maripan dietro vale Coco, forse il centrale migliore di queste prime tre di campionato. Si candida a sorpresa.
PECCHIA. Il suo Parma è una squadra giovane e inesperta per la serie A, che però ha già messo in mostragrande personalità, bel gioco e la solidità di una squadra che sta insieme da qualche anno. Un progetto serio, non solo tecnico ma soprattutto societario; gestito sinora con lungimiranza e concretezza. Unica pecca, l’aver preso più complimenti (meritati) che punti.
EMPOLI. La conferma di quanto sarà dura quest’anno la corsa alla salvezza.Un allenatore che sembrava in caduta libera dopo la testata ad Henry (ed un Lecce che si era incartato). Un mercato non eccezionale, incentrato su “vecchie” giovani scommesse mai esplose (Colombo, Esposito, adesso Pellegri). Una squadra tra le meno strutturate per la salvezza, senza più Luperto dietro e con tutto il peso della responsabilità (compresa la 10 sulla schiena) su Fazzini. E invece: dopo tre giornate è imbattuto con 5 punti in classifica…
LUKAKU. Sarà un caso ma entra ed è subito decisivo, riportando l’entusiasmo in una piazza che vive di emozioni. Osimhen è un caso ancora aperto (fuori lista con un contratto da 11 milioni annui fino al 2026, il possibile prestito in Turchia ridurrebbe solo il problema), Mario Rui pure fuori lista con altri due anni di contratto, sono rimasti alcuni giocatori che dovevano partire (Folorunsho, Ngonge, Simeone), ma Conte ha finalmente l’attaccante che chiedeva dall’arrivo a Napoli e che con lui (solo con lui negli ultimi anni) ha sempre fatto la differenza.
FLOP
MILAN. Cifre e confronti a parte,Pioli a punteggio pieno in tre inizi su quattro, i due punti in tre partite, le zero vittorie (come Allegri nel 2011), la peggiore difesa del campionato con sei gol presi (peggio solo del Milan di Montella del 2016), ignorare da parte della società l’episodio del “cooling break” (Leao e Theo Hernandez lontani dal resto della squadra) facendo finta di niente è un errore che indebolisce ulteriormente Fonseca e che rischia di spaccare la squadra.
ITALIANO. Strano vedere una sua squadra ancora senza capo ne coda dopo tre giornate. E’ vero che la Fiorentina se l’era costruita e questo Bologna invece se l’è trovato fatto, dopo la conquista di una Champions e senza i due giocatori migliori (venduti e non adeguatamente sostituiti), ma così va incontro ad un fallimento. Resettare e ripartire da zero con scelte diverse (specie davanti dove non si è ancora visto Dallinga) l’unica soluzione.
SUZUKI. L’uscita insensata con cui prende il pallone ma travolge l’avversario con un colpo da kung fu condanna il Parma ad una immeritata sconfitta. Senza quel secondo giallo e il povero Del Prato “costretto” in porta per l’esaurimento dei cambi molto probabilmente a Napoli sarebbe stata un’altra storia.
FABREGAS. Ambizioso il progetto tecnico, palla a terra, partenza da dietro, fraseggio, movimenti… Ancor più ambizioso il progetto societario, proprietà economicamente tra le più forti del mondo del calcio (non solo italiano), acquisti eccellenti per una neopromossa, nomi in uscita da grandi squadre, top player svincolati. Poi però stringi stringi e Icardi e Depay sono rimasti sogni nel cassetto, in attacco c’è Belotti che deve ancora fare un gol e Varane, l’acquisto più importante, è fuori lista (fuori-lista…). P.s. e la classifica dice punti 1, ultimo posto col Venezia. Se la giocherà per la salvezza, ma dovrà sudarsela.
ATALANTA. Il mercato ha restituito un’Atalanta economicamente più forte di prima per le cessioni e le entrate realizzate, ma tutta da costruire sul piano tecnico. Non a caso è uscita una partenza tra le peggiori dell’era Gasperini, con due sconfitte nelle prime tre giornate e sei gol presi (peggior difesa del campionato come il Milan). Buon lavoro.