VIGHINI | Elogio di Pierino Fanna, il vero segreto del Verona di Bagnoli

Pierino Fanna compie oggi 66 anni (auguri!). Credo che neppure lui sapesse quanto era forte. Un giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere e che oggi farebbe le fortune di ogni squadra. Pierino era la vera arma tattica del Verona di Bagnoli, l'uomo che ribaltava l'azione, che creava superiorità numerica, che costringeva gli avversari ad allargare le maglie, permettendo a Elkjaer e Briegel di entrare a martello e al Nanu di sfruttare i varchi. Piero Fanna da Moimacco è stato un giocatore meraviglioso, di un'incredibile velocità al servizio del calcio (nel senso che non era uno che correva veloce e basta), un contropiedista nato, ma anche generoso e tatticamente intelligente. Un giocatore moderno che oggi giocherebbe a livelli altissimi, probabilmente in qualche grande d'Europa, tipo Manchester City o roba così.
Quando dico che neppure lui sapeva quanto era forte, mi riferisco ad una umiltà di fondo che appartiene al suo carattere, persino eccessiva, fino a toccare la sua autostima. E' vero: in quel momento in Italia a destra c'erano giocatori come Causio, Bruno Conti (detto il Pelè bianco dopo l'82) e anche Claudio Sala, il “poeta” del Torino. Concorrenza altissima, gente dalla personalità dirompente.
Il “barone” Causio si dice che soffrisse molto la concorrenza juventina di Fanna. E probabilmente viceversa. Fu anche per questo che Pierino approdò un giorno al Verona. Dove conobbe quel fantastico cesellatore di squadre che era l'Osvaldo, capace di comporre il suo puzzle di uomini, come i grandi decoratori romani delle Chiese di Ravenna facevano con i loro mosaici. Bagnoli gli costruì una rotaia sulla fascia e Piero ci pose le sue ruote per sganciare corse che divennero capolavori domenicali.
Oggi un giocatore del genere in Italia e in Europa non esiste. La modernità di Pierino Fanna era di fare tutto con incredibile velocità, straordinaria nei suoi tempi, ma sono certo, stradordinaria anche oggi nel calcio moderno.