Hellas Verona di Redazione , 23/05/2022 21:30

Setti a Telenuovo si commuove per D'Amico: Con Tudor sono stato chiaro e Simeone lo riscatto

Setti a Telenuovo
Setti a Telenuovo

“Questa è stata la più bella squadra, e il gruppo più bello, ha dato pochissime preoccupazioni quest’anno. In queste ultime stagioni di Serie A abbiamo fatto tutto quello che potevamo anche se potevamo aver più fortuna, soprattutto nelle stagioni delle retrocessioni. Dopo tutti questi anni mi sento anche io un po’ veronese. Con i tanti bomber che sono passati da Verona (Cacia, Toni, Pazzini e Simeone, ndr) siamo stati anche fortunati. Toni? Sono in ottimi rapporti, dopo la chance da dirigente forse ha capito che la sua strada è quella dell’opinionista”. Lo ha detto il presidente del Verona, Maurizio Setti, a Telenuovo, ospite della trasmissione “Supermercato”.

“Certi giocatori sono difficile da trattenere, per esempio Dimarco spingeva per tornare all’Inter. Certi giocatori, ambiti, quando vogliono andare via è impossibile convincerli a rimanere, io cerco di prediligere sempre il rapporto umano con i giocatori. In questo momento il mercato non c’è. Caprari? Ha fatto una stagione bellissima, nessuno si aspettava potesse fare anche meglio di Zaccagni, è un giocatore su cui puntiamo. Casale e Simeone? Non so se rimarranno il prossimo anno, oggi è impossibile fare previsioni, ora a maggio. La cessione di Jorginho? Non mi sono pentito, era il momento giusto per venderlo. L’abbiamo venduto a 9,5 milioni, non credo si potesse cedere a più di 12 milioni” ha continuato Setti.

Il presidente del Verona ha proseguito parlando della mancata conferma di Aglietti e dell’arrivo di Juric: “Lui ha cambiato il Verona ma grazie anche, e soprattutto, a Tony D’Amico, loro due si compensavano. Noi abbiamo imparato da Ivan e Juric ha imparato da noi. Juric ci ha migliorati ma senza di noi Ivan non sarebbe diventato il tecnico che è ora. A Torino ci siamo visti e mi ha abbracciato e mi ha chiesto scusa. Il suo comportamento per certi versi non è stato giusto quando è andato via ma sul campo per noi è stato molto importante. Ho mandato via Aglietti anche se era stato straordinario quell’anno, ma non credevo fosse l’allenatore giusto per la nuova stagione in Serie A. Anche Tony ha avuto un tentennamento ma ho deciso io che era quella la cosa giusta da fare. Io vado sempre avanti per la mia strada, anche quando ho contro tutti”.

“Juric per certe cose è andato oltre, a livelli fuori dal mondo, è arrivato a dire che dovevamo investire 100 milioni sul mercato, ma io sono un imprenditore e certi rischi non posso correrli. Guardate Giulini a Cagliari per esempio, dopo tutto quello che ha investito ora è finito in B…” ha aggiunto Setti.

L’imprenditore carpigiano poi si commuove parlando del Ds con le valigie in mano: “D’Amico va via? Lui è mio figlio, è difficile allontanarsi da lui, è bravissimo, ma nella sua crescita c’è da dire che certe cose non riesce ancora ad intuirle, se andrà via sarà un pezzo di cuore che se ne va (a Setti scendono le lacrime e per un momento mancano le parole, ndr). Devo cercare di creare rapporti più professionali, ed emotivamente distaccati, e meno viscerali in futuro. Perché vuole andare via? Perché giustamente uno punta sempre a qualcosa di più ambizioso. In questo momento come società noi dobbiamo stare ancora più attenti ai conti. Finché uno non va via ufficialmente c’è sempre la speranza che rimanga ma io gli ho detto a Tony che se vuole partire può farlo”.

“Esonero Di Francesco? Non potevamo più permetterci di sbagliare. Avevo già sbagliato a non esonerare prima Mandorlini, che continuava incessantemente a dirmi di avere la possibilità di cambiare rotta alla squadra ma avevamo solo 8 punti all’andata, e poi Grosso. Su Pecchia il secondo anno invece è stato un po’ diverso: Fusco, che è il “padrino” di D’Amico, aveva grande amore per Pecchia e si fece fuori lui dimettendosi, e così mi ha “inculato” da bravo napoletano (lo dice con una battuta ridendo, ndr). Grosso aveva una squadra forte ma non riusciva a concretizzare in fase offensiva, poi ogni storia ha il suo percorso. L’esonero di Grosso è stato difficile per Tony perché era un suo amico. Sogliano? Ho avuto sempre un rapporto schietto e diretto con lui anche nei momenti difficili. La differenza con D’Amico è che Tony è una mia “creatura”. È un talento, potrebbe essere il nuovo Sabatini” ha continuato Setti.

Il presidente del Verona ha continuato: “Scelgo il Mantova o il Verona? C’è ancora tempo per decidere, possono ancora cambiare le regole con i ricorsi. Comunque aspetto sempre una mano per chi vuole entrare in società. Americani? Io non ho visto nessuno e non ho ricevuto offerte. Se un miliardario americano mi offre 100 milioni non accetto, Verona vale molto di più. Invece si può parlare di percentuali per entrare in società. Verona è una città perfetta, appetibile, anche dal punto di vista logistico. E se arriva un’offerta da 150 milioni? Non do nessun valore ora perché nessuno mi ha fatto queste offerte. Ricordo a tutti che sono tante le uscite e che nessuno conta: per esempio ho speso 1,5 milioni solo di tamponi e le cose legate al Covid…”

Setti ha parlato poi del nuovo possibile Ds: “Non ho ancora deciso nulla, Marroccu (Ds del Brescia, ndr) è un profilo che ho sondato ma non ho ancora deciso, perché poi Tony è ancora qui. Io punto sulla bravura ma prima di tutto sull’onestà e sulla trasparenza. Non sarà facile cambiare Ds che è una figura che dà equilibrio alla società. Non c’è solo Marroccu come nome, ci sono altri nomi in ballo, nei prossimi 8-10 giorni deciderò. Non ho avuto molte proposte dirette, per scelta non ho tanti rapporti stretti nel mondo del calcio, cerco di andare oltre le amicizie. Marroccu ha esperienza ed è rimasto legato ad un solo presidente per tanti anni (Cellino, ndr). Accardi? Lo vedo simile a D’Amico, è uno giovane ma è bravo e già formato, all’Empoli si lavora in un certo modo preciso e che sa fare belle squadre con pochi soldi, una cosa molto apprezzata. Petrachi? E’ un mio amico ed è un profilo interessante, vediamo… ma poi c’è un altro nome di Ds che nessuno sa… ma non ve lo dico…magari sarà lui il nuovo Ds”.

“Tudor ha un rinnovo automatico e quindi in teoria l’allenatore ce l’ho. Io ho già parlato col mister una prima volta e dobbiamo parlare ancora. Io sono stato onesto e chiaro con Tudor sulle possibilità della nostra società. Con Di Francesco abbiamo fatto una scelta sbagliata, con Tudor siamo tornati sui binari più adatti alla nostra squadra. Poteva arrivare anche in estate ma poi è andata così. Tudor ha un carattere completamente diverso da Juric anche se è di Spalato come lui. Ci parleremo e vedremo. Se Tudor va via arriva Cioffi? Se Igor abbandona sarà un bel casino, non saprei che allenatore prendere. Cioffi ce l’avevo a Carpi e lo conosco ma ad ora non c’è nulla. Ci serve un allenatore che entri in un meccanismo già assodato. Ci sono poi altri profili di tecnici, magari che ora sembrano delle scommesse” ha proseguito Setti.

Il presidente del Verona ha continuato: “Simeone? Credo che cerchi qualcosa di importante. Per noi ha uno stipendio alto. Il riscatto è più di 11 milioni, faremo delle valutazioni col Ds che ci sarà e poi vedremo se rimarrà. Comunque per Simeone il riscatto iniziale è tutto pronto. Barak? E’ un giocatore che si sente pronto per un grande club, magari anche all’estero. Tameze ha fatto benissimo, ma occhio ad Hongla che è in grande crescita. Piccoli in entrata? Per ora l’abbiamo bloccato in nostro favore”.

“Per il prossimo anno l’obiettivo è sempre la salvezza. Mi piacerebbe realizzare il centro sportivo che è essenziale per ogni società. Me ne frego dei record, io voglio continuare con un bel percorso” ha concluso Setti prima della fine della trasmissione.