Il gran ballo dei direttori sportivi che parte da Sartori e arriva fino a D'Amico
Parma, Bologna, Atalanta, Verona. Con Juventus e Lazio che stanno alla finestra. Segnatevi queste società perché tra qualche settimana su queste direttrici inizierà un gran ballo con la partecipazione di molti direttori sportivi che cambieranno l’attuale organigramma di una buona parte del calcio italiano.
Si parte da Bergamo dove Giovanni Sartori non sembra più essere nel vestito giusto. Da anni in contrasto con l’allenatore Gasperini, da anni apprezzato dalla famiglia Percassi, Sartori sembra essere arrivato al capolinea. L’arrivo di una nuova proprietà americana che sta immettendo nuove figure intermedie come Lee Congerton diventato “nuovo responsabile per lo sviluppo internazionale dell’area sport” (una formula che vale tutto e vale niente ma che sicuramente limita in qualche maniera l’autonomia di Sartori), ha creato una frattura che ormai appare insanabile.
Sartori lascerà Bergamo con il suo collaudato staff, in testa il responsabile del settore giovanile Costanzi e prenderà una strada diversa. Quale? Potrebbe essere una squadra emiliana, il Parma che ha una proprietà enorme e facoltosa come l’americano Krause, oppure il Bologna che ha una proprietà canadese, anch’essa importante ma che fino ad oggi in Italia ha sempre volato basso come Saputo. Ma lì a qualche metro di distanza c’è anche la Juventus che ha necessità di un nuovo management sportivo che inizi un nuovo corso fatto di idee.
Intanto nella capitale, l’albanese Tare pare aver fatto il suo tempo. Con Sarri non c’è intesa e forse è affiorata anche qualche crepa con Lotito. Tare pare in partenza, magari per la Bundesliga dove ha qualche aggancio e così la Lazio diventa una società appetibile. Lavorare con un presidente ingombrante come Lotito non è facile, ma sicuramente la società è ambiziosa e ben condotta. Ci sarà necessità di una rivoluzione tecnica, inizio di un nuovo corso e quindi è caccia al sostituto.
Ed ecco quindi che molte strade portano proprio a Verona. Dove c’è un ds che in questi ultimi è cresciuto tantissimo, conquistando tre brillantissime salvezze consecutive, lanciando giovani, creando plusvalenze. Tony D’Amico è diventato un ambito dirigente, molte società stanno pensando a lui. Per esempio il Bologna dove Bigon farà quasi sicuramente le valigie, il Parma se non andasse Sartori e naturalmente l’Atalanta che vede nel giovane ds abruzzese un nuovo “talento” da lanciare.
E il Verona? Restasse Setti ci sono alcune alternative. Una vedrebbe una soluzione “interna” con Margiotta, responsabile del settore giovanile promosso sul campo (come successe con D’Amico). Un’altra un ritorno di fiamma per Stefano Marchetti, l’abilissimo dg del Cittadella che fu già vicinissimo al Verona quattro anni fa, un’altra un clamoroso ritorno di Sean Sogliano, oppure soluzioni “esterne” come Faggiano della Sampdoria o Perinetti.