Hellas Verona di Gianluca Vighini , 29/07/2021 7:08

Hellas, maglia verde come l'Avellino: varcato il limite della decenza

Avellino 1984/85
Avellino 1984/85. Foto Wikipedia

C’è un limite a tutto. Anche alle esigenze del marketing e al business sfrenato. La terza maglia di colore verde, presentata dal Verona mercoledì sera, ha varcato questa soglia. Non è stavolta una questione di lana caprina o, come altre volte s’è detto, di gusto personale. Quella maglia, oltre ad essere orribile, non ha nulla a che vedere con la storia del Verona. La supercazzola del Palio Verde e a Dante è un riferimento ridicolo. La verità è che quest’anno la Macron aveva questa flippa commerciale della maglia green e che in qualche modo doveva trovare una società che la accettasse. Ci aveva provato con la Lazio, ci è riuscita con il Verona.

Con lo stesso metodo potremmo farla marrone come la pearà o viola come l’Amarone. La verità è che il Verona giocherà con i colori dell’Avellino o volendo stare nei confini provinciali del Parona. Dice: ma perchè ti arrabbi tanto, in fondo è la terza maglia… Eh no, non importa proprio nulla. Tutto quello che esce dal Verona deve avere un senso di appartenenza, una logica di fedeltà che maglie fluo o verdi e bianche non possono avere. E’ una questione di rispetto, altrimenti era inutile arrabbiarsi quando Campedelli imitava le maglie del Verona per il suo Chievo, usando i nostri simboli e i nostri colori. Stavolta si è passato il limite. Qualcuno glielo deve dire.