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TOP E FLOP | Salernitana, che disastro. Ballardini non fa miracoli

L’Inter campione con largo anticipo, le mosse di Tudor rilanciano la Lazio nella corsa alla Champions. Lookman, la nuova miniera d’oro dell’Atalanta. Nei top della settimana anche Nico Gonzales e il Verona di Baroni e Sogliano ancora padrone del proprio destino, nonostante tutto quello che è successo. Flop le torinesi, la Salernitana retrocessa, Ballardini a un passo dalla B insieme a tutto il Sassuolo e un nome a sorpresa. Ecco i nostri top e flop della settimana.

 

TOP

 

INTER. Ottantanove punti, ottantuno gol fatti, diciotto subiti; ventotto vittorie, una sola sconfitta. Numeri inequivocabili e uno scudetto vinto con ampio distacco a sei giornate dalla fine, senza discussioni, che conferma lo strapotere in Italia della squadra guidata da Inzaghi (Simone) e costruita da Ausilio e Marotta, logica favorita anche per la prossima stagione con gli innesti già annunciati di Taremi e Zielinski. Il salto di qualità? Deve arrivare in Europa; e li quest’anno l’Inter ha fallito.

 

TUDOR. Da quando è subentrato ne ha vinte cinque su sei, perdendo solo il derby con la Roma. Un ruolino di marcia clamoroso per una squadra che era ed è ancora in difficoltà a causa di una rosa ristretta, tra infortuni, mancanza di ricambi, attaccanti che segnano col contagocce (Immobile e Castellanos) e addii anticipati traumatici (Felipe Anderson e Luis Alberto). Nella Lazio che si è riconquistata addirittura la possibilità di agganciare un posto in Champions c’è tanto di suo; comprese le mosse dalla panchina, decisive nella vittoria contro il Verona.

 

LOOKMAN. Al Lipsia non giocava, al Leicester non faceva la differenza. In Italia spacca le partite, anche grazie al calcio offensivo di Gasperini che fa emergere le sue qualità: 15 gol e 8 assist l’anno scorso tra campionato e coppe, già 11 gol e 7 assist quest’anno. E un valore di mercato più che triplicato rispetto ai 10 milioni pagati dall’Atalanta al Lipsia solo due stagioni fa. Da rivedere la ripartenza con cui si fa 50 metri palla al piede e poi segna il 2-0 all’Empoli.

 

GONZALEZ. Giocatore che alza il livello tecnico e la consistenza dell’attacco della Fiorentina, che Italiano è stato spesso costretto a gestire per problemi fisici. Quando sta bene fa la differenza; come col Sassuolo, con una doppietta uscendo dalla panchina. Vale molto di più dei 13 gol segnati in stagione (9 in campionato), non a caso la Fiorentina non lo ha ceduto a gennaio (offerte dalla Premier) e anzi lo ha blindato con un nuovo contratto per le prossime tre stagioni.

 

VERONA. Perchè è vero che Suslov ha sbagliato, come contro l’Atalanta; ma un altro con l’infortunio subito in Nazionale probabilmente non sarebbe nemmeno in campo. Perchè è vero che Duda non è più quello di prima, ma per un girone ce l’hanno invidiato, (e ce lo invidiano ancora) in tanti. Perchè è vero che Montipò prende un gol evitabile sul suo palo, ma quante volte ha salvato il risultato. Ed è vero che è anche responsabilità dell’allenatore se ancora una volta perdi palla a settanta metri dalla porta e non sei in grado di assorbire l’errore, ma quante cose sono riuscite a Baroni in questa travagliatissima stagione. Perchè, è un miracolo se siamo ancora li a giocarcela; padroni del nostro destino. E questo va messo davanti a tutto.

 

FLOP

 

SALERNITANA. Il più grande flop della stagione. Ventitrè sconfitte, due vittorie. Quindici punti fatti (su centodue); settantatrè gol subiti (peggior difesa), ventisei gol fatti (peggior attacco). Tre allenatori, diciotto movimenti di mercato in entrata e un caso mai risolto (Dia). E’ in B con sei giornate d’anticipo nonostante le premesse fossero totalmente diverse, non solo internamente ma anche al di fuori della società (Mourinho lo scorso agosto: “Ha un potenziale da Europa…”).

 

BALLARDINI. Questa volta niente miracolo per l’allenatore più subentrato di sempre (12 volte in serie A). Finisce asfaltato nel 5-1 di Firenze con tutto il Sassuolo, in una sconfitta che sa tanto di getto della spugna. Matematicamente sarebbe ancora in corsa (con 3 vittorie e 1 pareggio nelle prossime 4 potrebbe ancora salvarsi), ma poi vai a spiegare che una squadra che senza Berardi ha fatto 7 punti in 17 partite poi ne fa 10 nelle ultime 4…

 

JUVENTUS. Una volta dallo spogliatoio Juve non uscivano nemmeno gli spifferi. Tutto blindato. Malumori, vita mondana, niente di niente. Adesso da Vinovo (ma anche dallo Stadium) escono tempeste, con i più svariati mal di pancia che serpeggiano sui giornali: da McKennie, a Chiesa, a Vlahovic. Così è difficile salvare una stagione. P.s. …e anche facendo 0-0 col Milan in casa quasi mai tirando in porta, peraltro.

 

TORINO. Da quando l’obiettivo è diventato agganciare il treno europeo ha fatto evidenti passi indietro, non ultima la sconfitta Probabilmente non è solo colpa dell’allenatore se ogni volta che si trova vicina a fare il salto di qualità non ci riesce.

 

MOTTA. Perchè è vero che a Bologna ha creato un gioiellino a sua immagine e somiglianza, e il ritorno in Europa (che a breve diventerà storica qualificazione alla Champions League) è un risultato da toppissimo, non da flop. Però talvolta la squadra si specchia un po’ troppo, quasi nutrendosi della propria bellezza; risultando un tantino vanitosa e poco concreta. E questo è un atteggiamento molto pericoloso per il futuro.