Altri sport di Martina Moscato , 22/05/2023 10:16

Matteo Mandorlini a Ravenna a spalare fango dalle strade: La Romagna non molla mai!

Matteo Mandorlini a Ravenna
Matteo Mandorlini a Ravenna

Stavolta la notizia non nasce da un numero con il pallone tra i piedi o una conclusione in porta all'incrocio dei pali. 
Matteo Mandorlini, in queste ore, la giocata vincente l'ha realizzata, armato di badile, guanti da lavoro e stivali di gomma, nella sua Ravenna, colpita dalla terribile alluvione dei giorni scorsi. L'ex centrocampista del Padova, reduce dal campionato disputato nell'hinterland romano con la maglia della Flaminia in serie D, è tornato in Romagna, a stagione finita, proprio nel momento in cui la catastrofe stava avendo inizio. E quando si è ritrovato di fronte strade allagate, case travolte e concittadini che avevano perso tutto, non ci ha pensato due volte a “mettersi in gioco” e a “scendere in campo” insieme a un gruppo di amici per aiutare le persone più colpite. 

Matteo, una volta tanto non cominciamo l'intervista parlando di calcio… 
“Diciamo che ho finito di giocare nel momento giusto per potermi rendere utile qui a casa. E' successo un disastro pazzesco. Se uno non vede con i suoi occhi non crede. L'acqua del fiume è terribile: allaga, entra nelle case, distrugge e poi, quando si ritira, lascia un fango, un limo, che è come poltiglia, rovina tutto. Casa mia è stata risparmiata, ma c'è un quartiere in città, che si chiama Fornace Zarattini, che è ancora allagato e inaccessibile. Pazzesco davvero quello che è successo”. 
Quando hai visto quel che stava capitando non ci hai pensato due volte a scendere in strada per dare una mano.
“Mi sono immediatamente sentito con un gruppo di amici e ci siamo messi a disposizione. Per evitare di andare tutti nello stesso posto o essere di intralcio alla Protezione Civile e ai volontari abbiamo atteso istruzioni e ci siamo organizzati strada facendo per andare dove c'era più bisogno. Passavamo casa per casa a offrire il nostro aiuto e ci siamo trovati di fronte situazioni davvero difficili. E' lì che, come ho scritto su Instagram, ti viene ancora più voglia di aiutare. Specialmente quando ti rendi conto che sei stato fortunato perché la tua casa è stata risparmiata, almeno per ora, dalla furia della natura”. 
Qual è stato il momento più duro dal punto di vista emotivo?
“Quando siamo arrivati in una via piena di case grandi singole. Ho visto, davanti a una di queste, una bambina che cercava come poteva di spazzare via il fango insieme ai suoi genitori. Quando hai figli piccoli queste cose ti colpiscono ancor di più. Ci siamo fermati subito e, in un giorno solo, siamo riusciti a liberare la loro casa dal fango e a smontare i mobili del salotto, della cucina e delle camere per portarli in strada. In questo caso purtroppo si deve buttare via tutto. Quando mi sono ritrovato per le mani i giocattoli della bambina e gli armadi della sua cameretta mi sono commosso, la cosa mi ha fatto un certo effetto. I genitori di questa bambina, così come tutti gli altri, cercavano di non abbattersi e questa è la seconda cosa che mi ha colpito. Davvero la Romagna non molla mai!". 
La famiglia Mandorlini è anche proprietaria di uno stabilimento balneare a Marina di Ravenna che si chiama “Me Beach”. Avete subìto danni?
“Sì, lì l'acqua del mare ha attraversato gli ombrelloni arrivando fino al ristorante e alle strutture più interne. C'era un metro e mezzo di acqua (guarda la fotogallery sotto) ma era di mare non di fiume. Io, i miei amici e mio fratello Davide ci siamo dati da fare immediatamente e, in due giorni, abbiamo ripristinato una situazione di normalità. Quel che è successo a noi è successo anche ad altri stabilimenti balneari ma fortunatamente lì siamo riusciti ad arginare i danni e la stagione turistica dovrebbe essere salva”. 
E la prossima stagione di Matteo Mandorlini dove sarà?
“Mi piacerebbe tanto poter ricevere una proposta da una serie C, tornando tra i professionisti. Se proprio invece dovrà essere serie D, come l'anno scorso, mi auguro di poter giocare in una realtà ambiziosa, che magari punta a vincere il campionato. Ci spero tanto…”. 
Hai seguito il Padova in questi playoff?
“Sì assolutamente. Io le partite del Padova le vivo tutt'ora come se fossi un padovano. Mi sono tanto legato a quella piazza, dove sono rimasto 5 anni. Non sono pochi per un calciatore. Vi dirò una cosa: quando nel 2021 abbiamo perso la serie B diretta per un solo punto abbiamo tutti sottolineato il torto arbitrale che avevamo subìto a Trieste, con quel gol di mano di Gomez. Chiaro che non ci siamo mangiati la promozione solo per quella situazione ma sta di fatto che, avessimo portato a casa quel singolo punto da Trieste, ci saremmo classificati primi da soli e il Perugia non ci avrebbe superato per via del vantaggio nello scontro diretto. Ricordo questo precedente, in cui siamo stati accusati neanche troppo velatamente di essere dei ”lamentosi", per arrivare a parlare del rigore non dato a Liguori nella partita dei playoff poi vinta dalla Virtus Verona la scorsa settimana. Non è possibile che succedano ancora certi errori e ha ragione il Padova di oggi a lamentarsi del torto subito. Il Var ci vuole anche in serie C. Il Biancoscudo, in particolare, è stato troppo penalizzato in questi anni. Comprendo la sofferenza dei tifosi e spero si riesca a ricreare, prima possibile, quell'amalgama e quell'unità di intenti tra squadra, società e piazza che c'è stata quando il campionato di C l'abbiamo vinto noi nel 2018. E' la spinta in più che serve in quella piazza per tornare in B, credetemi!".
Purtroppo papà Andrea è retrocesso col Mantova…
“Il calcio è spietato, davvero. Due settimane prima della fine del campionato era salvo, poi è andato ai playout perdendo proprio col Padova e, dopo un'altra settimana, è retrocesso in D. Non so cosa farà ora ma gli auguro di trovare una piazza che gli dia fiducia dall'inizio. Riesce ad esprimere e a sviluppare il suo modo di fare calcio molto meglio se parte dal principio della stagione con una squadra costruita anche da lui. Subentrare a campionato in corso non è mai facile". 
  

 

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